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sabato, gennaio 29, 2005
Love & Pop - Hideaki Anno - 1998 

calzettoni scolarette
Una giornata a tokyo dalla mattina alla sera.
Quattro studentesse vanno a caccia di uomini d'affari per incontri mercenari a shibuya. Cantare al Karaoke, fare compagnia durante la cena...
La protagonista vorrebbe tanto un anello, decide così di cercare incontri tramite un servizio messaggi... perderà l'innocenza....ma nel finale sembra esserci una speranza di redenzione.

Anno ci descrive il degrado morale delle japadolescenti (slurp! :P) [e di chi se ne approfitta] viene visualizzato collocando spycam un po' ovunque (ma preferisce sotto i tavoli e dentro gli oggetti)...distorcendo costantemente la visione (con i grandangoli), collocando la videocamera in punti a dir poco paradossali, inoltre il taglio sperimentale paga il film con un'impressione di realismo.
Questo grazie ad una storia lineare fino all'inverosimile, che disloca nell'arco di una giornata le tappe della perdizione, ma sopratutto alla scelta della bassa qualità del video, che ci da la costante impressione di trovarsi di fronte a delle immagini private, rubate... illegali. Nonostante le forzature visive sembra quasi di assistere ad un documentario, ad un'inchiesta televisiva, magari di un ipotetico documentario-pretesto (ricordate i documentari di Joe D'amato?)...si ha l'impressione infatti di osservare la malattia sociale con gli occhi corrotti... pare di vedere attraverso gli occhi di uno spione al quale la tecnologia ha permesso di guardare chiunque e da qualunque angolazione.... e infatti la storia risulta essere piuttosto fiacca e marginale, il motivo d'attenzione del film non è nel mostrare un tema delicato, né nel calare i personaggi in un contesto realistico con taglio sperimentale... Anno riesce a inoculare nello spettatore una visione morbosa... a questo punto avete due possibilità....la prima... apprezzate il coraggio, lo spirito di denuncia e l'audacia di questo regista...ma dopo un po' vi rompete le palle e costatate il parziale fallimento....la seconda...siete dei pervertiti e vi eccitate a guardare i calzettoni delle scolarette.... e siccome vi voglio bene godetevi l'immagine.

giovedì, gennaio 27, 2005
La foresta delle pugnette volanti - Zhang Yimou - 2004 

Melodrammone in costume con la giunta di qualche coreografia e un po' di digitale.
Lavoro mediocre, stupido e tronfio; quando in un melò si ride delle scene clou (il pubblico in sala), il film è una merda, senza possibilità di salvezza alcuna.
E se in Hero, almeno le coreografie e le variatio cromatiche, accompagnavano con un buon ritmo visivo lo spettatore, qui ci si annoia a morte, sperduti nell'assoluta banalità della storia e nel cattivo gusto dilagante...
I combattimenti sono di un Kitsch arrogante e gonfio di vanagloria; l'alternanza dei colori, che in Hero si appoggiava alle qualità illuminografiche della fotografia, qua non domina ciò che vediamo, ma si limita ad un pittoricismo di bassa lega. Le sequenze che fanno uso del digitale sono poi quanto di più cialtrone ci possa essere, ma cosa sconcertante, sono anche gli unici momenti divertenti del film, che si trascina avanti a fatica fra un combattimento già visto ed un'altro prevedibile.
Il messaggio da reazionario è diventato accomodante (fottersene di tutto, l'unica cosa che conta è l'amore e la morte), il che rende il tutto ancor più meschino e sgradevole.
Preferivo l'assouluta vacuità di una retorica consapevole (coadiuvata da pregievoli coreografie) che aspirazioni Viscontiane da un Matarazzo qualsiasi.

martedì, gennaio 25, 2005
Sympathy for Mr. Vengeance - ChanWook Park - 2002 

immagine
Sto male.
Perchè (come mi aveva anticipato Kekkoz), questo è un film che non concede nessun tipo di conforto: l'ironia Parkiana è rara, fugace e più amara del solito...per poi re-immergersi nella disperazione più totale.
I vari personaggi, schiacciati da patemi a carattere melodrammatico, cercano e ottengono la vendetta, generando altri conflitti; che porteranno a loro volta altro dolore e altro sangue.
Quello che sembra rendere la visione così toccante è la scelta di mantenersi distanti da qualsiasi tipo di sentimentalismo nei confronti dei vari protagonisti e delle loro vicende.
Non c'è spazio alcuno per la compassione, sono tutti sia aguzzini che vittime (tranne lo storpio, che sembra essere l'unico in grado di provare pietà) e allo spettatore viene affidato il fardello della sofferenza che emana ogni sequenza.
Questo grazie ad una regia che predilige la staticità, i campi lunghi, i long take e la plongée; un montaggio che unisce e intreccia le tragedie private in un supplizio collettivo; l'uso della musica e dei suoni (dai rumori di fabbrica alle ossa segate fino al free jazz) per rendere totale l'alienazione e vana la speranza in questa valle di lacrime; che osserviamo con lo sguardo di Dio, ma non potendo noi giudicare, siamo costretti ad accollarci il peso di ogni dramma e condividerlo a livello viscerale.
Viscerale come il dolore delle coltellate, lacerazioni della carne, cicatrici che spingono alla folle spirale della vendetta ....per questo il film si spinge molto a largo, andando a toccare temi scottanti come le contraddizioni del capitalismo, la lacerazione Coreana, la crisi economica, la completa sfiducia nell'utopia.

Difficile dare un giudizio distaccato quando si è talmente colpiti nel profondo (ho fatto anche una fatica bestiale a scrivere), non mi sono mai sentito tanto vicino a delle vicende così lontane dal mio privato.
Park sconvolge poi per la semplicità con cui passa dal personale al collettivo, dall'humor al melodramma, dall'amore all'odio, dal positivo al negativo; senza perdere un briciolo di credibilità e senza sacrificare la straordinaria compattezza delle sue opere.

lunedì, gennaio 24, 2005
Nicotina - Hugo Rodrìguez - 2003 

locandinaLa caccia ai diamanti è un puro McGuffin che serve a scatenare la spirale degli eventi. Un tortilla pulp sulle orme del primo R. Rodriguez e soprattutto di Guy Ritchie, una commedia nera che procede ad un ritmo (quasi sempre) incessante, basata sulle coincidenze e sugli equivoci, con un gran uso di tendine, splitscreen e multiscreen per visualizzare la frammentarietà del mondo e rendere la contemporaneità delle azioni (che si svolgono tutte fra le 21:17 e le 22:50 ....i 93 minuti del film) .
L'abusatissima narrazione ad incastri (degna di menzione la sceneggiatura) non fa mai perdere l'orientamento allo spettatore; ad ogni cambio di rotta le coordinate del racconto vengono risettate, facendo più affidamento ai colpi di scena e al grottesco anzichè a derive cervellotiche.
Non c'è solo del buon intrattenimento, l'instabilità degli eventi è quella dei personaggi, tutti accomunati dalla passione per il fumo, legati dai capricci del fato in una realtà che umilia e degrada i soggetti...i quali durante il cammino violento e contorto della ricerca di una riscossa...finiranno per farsi fuori l'un l'altro (durante tutto lo svolgersi della pellicola), e l'unico personaggio positivo del film è quella pasta d'uomo di barbiere, che alla fin della tenzone sarà l'unico a potersi ritenere soddisfatto (liberandosi dell'insopportabile moglie).
L'hacker voyeur (che piazza webcam nell'appartamento della vicina) è poi ben caratterizzato (lo si fa vedere utilizzare Linux), evitando derive dell'immaginario e concentrandosi sul come visualizzare delle azioni (il lavoro al computer) che è ben poco cinematografico di per se' (è piuttosto noioso vedere muovere un mouse e battere su una tastiera....non passa nemmeno tutta la fisicità della scrittura manuale)....qui invece si rende bene il lavoro in hackmode con un montaggio schizofrenico: alternando le varie finestrelle sul monitor, le mani sulla tastiera, la sigaretta perennemente in bocca, cdrom, pennarellini per scrivere all'istante il nome sopra il cd appena masterizzato (subito è già troppo tardi).
Un'altra cosa che mi è subito balzata agli occhi è l'utilizzo di riquadri all'interno dell'inquadratura, finestre con tanto di bordo che indicano (sfuocando ciò che sta fuori dalla finestra) allo spettatore cosa deve vedere, ovvero...come il computer entra nel linguaggio del cinema.
Però manca qualcosa a questo lavoro per essere veramente convincente, forse non ci si è voluti spingere troppo oltre (una maggiore irriverenza non sarebbe stonata nel contesto), o forse tutto quello che passa sotto il pulp è stato sviluppato in tutte le sue possibilità...fatto sta che rimane una buona produzione, divertente....ma altrettanto innocuo sotto tutti gli aspetti.

martedì, gennaio 18, 2005
Future Film Festival 2005 

Ecco un piccolo sunto di quello che ho visto al FFF.
Malgrado la pessima organizzazione e l'elevatissimo costo dei biglietti, ho passato delle belle giornate, grazie, oltre ai buoni film in programmazione, ai compagni di visione Kekkoz Andrea e Fede... i quali devo ringraziare per i consigli di visione, la compagnia durante le file al freddo e ovviamente i discorsi sui film. Saluto inoltre la cinefila errante...che ho visto e salutato ma con cui non ho avuto occasione di parlare.

Cutie Honey è il film che più mi ha sorpreso, quello che si spinge più avanti e osa di più...non ho paura di considerarlo il migliore fra i visti. Steamboy è il più grandioso, Natural City il peggiore.

Mercoledì

18:00 Aelita (Yakov Protazanov, URSS, 1924) : Protofantascienza sovietica, notevole per lo sguardo tutt'altro che idilliaco sulla vita in URSS postrivoluzione, suggestive le scenografie e i costumi che si rifanno al costruttivismo. Come ha detto La Polla (e non sono daccordo) una parabola per dire che (Marte/capitalismo o URSS) non c'è posto per l'utopia su questa terra.

22:30 pugnali volanti

22:00 FLCL (Furi Kuri): Oltre che stravangza, irrazionalità, la narrazione sbrandellata; c'è tutta l'incertezza di un bambino che sente sopraggiungere la propria sessualità e il richiamo dei propri istinti. Non a caso i lati migliori del cartone sembrano proprio stare nel continuo riferimento alla sessualità, alla rivalità con il padre, alla voglia di fare Furi Kuri assieme alla bella e stuzzicante aliena.

Giovedì

11:00 Returner
21:00 Steamboy

10:00 SteamBoy (Otomo Katsuhiro, Giappone, 2004): Ancora una volta Otomo torna a mostrarci il mostro che si annida dentro la tecnologia, ma meglio sarebbe parlare del mostro che si annida dentro l'animo umano...reso immensamente potente dalla tecnologia. Disegni stupefacenti e una CG perfettamente integrata nella diegesi sono un vero piacere per la vista, che fra i continui fischi del vapore, la rigida meccanica delle ruote dentate, le valvole e la pesantezza del metallo riescono a renderci tutte le illusioni di un mondo liberato grazie alla scienza...fino ad arrivare alle trincee della grande guerra nei titoli di coda.
Otomo narra la storia della nascita del mondo moderno e dei pericoli della scienza/tecnologia.
Dalla macchina a vapore alla guerra informatizzata.
Cmq Akira resta irraggiungibile.

16:00 Natural City (Min Byung-chun, Corea, 2003) : Ne avevo sentito parlare bene (fuori dai circoli cinefili) e avevo delle aspettative verso questo film. Ma la delusione è cresciuta in me di frame in frame. Trama Banalotta (segue le orme di Blade Runner mischiandole al melò orientofilo) e messa in scena altezzosa per un prodotto del genere (le statue greche dietro un combattimento fra cyborg e sbirri erano francamente troppo) e gli effetti alla matrix lo rendono a tratti irritante e mediamente insulso.

22:30 Phil Mulloy (Ten Commandments, Regno Unito,1993-1996; The History of the World, Regno Unito, 1994; The Sexlife of a Chair, Regno Unito, 1998) : Colpito dalla straordinaria capacità di significare rinunciando all'espressività dei tratti somatici, dalla crudezza delle situazioni, dal genio nel visualizzare i comportamenti sessuali simbolizzando nella mobilia. Un ritratto amaro e dissacrante sulla nostra società e sui nostri valori.....Per stare male sorridendo.

Venerdì

11:00 French Touch, dieci anni di video digitali in Francia (autori vari): Raccolta eterogenea per stili e tecniche, accumunati dalla musica house e dall'utilizzo del computer nella realizzazione. Alcuni videoclip famosi (come quelli dei Cassius), altri sconosciuti, tutti più o meno singolari e divertenti...un'ora passata in tranquillità ondeggiando la testa sullo schermo colorato.

14:00 Paranoia Agent (Kon Satoshi, Giappone, 2004): Non appena ho finito di vedere le prime 4 puntate di questo cartone non ho saputo altro che dire "ancoraaaaaaaaa!!!". La storia sembra sfilacciata e centrifuga, ma si intuisce una certa predisposizione al gioco di incastri che, almeno per quello che ho visto, non risulta essere forzato o eccessivo, ma dona al cartone una capacità di attirare la curiosità fuori dal comune. L'incertezza narrativa poi rende ancora più forte il senso di lacerazione del tessuto sociale.
I personaggi sono soli; il soggetto è diviso fra la parte rispettabile (riconosciuta socialmente) e il lato oscuro (della luna o della forza...scegliete voi) , l'unico medium capace di mettere in relazione l'umano con l'umano (bypassando il rapporto diretto e quindi dando la possibilità di interagire direttamente con il lato oscuro) sembra essere il cellulare.
Il ragazzo con la mazza da baseball?...io l'ho visto come l'eruzione del sommerso, che con una bella mazzata in fronte ristabilisce i rapporti di forza nella mente dei personaggi...ma può darsi che sia una delle mie grossolane sviste...e cmq 4 puntate sono troppo poco per azzardare ipotesi su questo tipo di prodotto... che (al pari di Twin Peaks) lascia lo spettatore in uno stato di dipendenza cognitiva.


20:00 Red planet Mars (Harry Horner, USA, 1952): Era per me stato un miraggio qualche tempo fa. Ho quindi preso la palla al balzo e mi sono visto questo film (che chiamarlo di fantascienza mi sembra eccessivo) noto per il suo anticomunismo ottuso e bigotto. Dopo che si è stabilito una comunicazione via radio con Marte, il mondo capitalista va in crisi (perchè pare che su marte si viva un botto e che ci sia una produzione super e in vista dei rapporti con Marte il mercato crolla...il tutto è quantomai arbitrario) e l'unione sovietica subito si prepara a sfruttare la crisi del mondo capitalista. Ma Dio si metterà in contatto radio e dirà di pregarlo....così la produzione riprende e l'URSS crolla.
Assolutamente delirante.

23:00 Wonderful Days (Kim Moon-Saeng e Park Sunmin, Sud Corea/USA, 2003): Nonostante sia un lavoro dalla notevole qualità tecnico-formale, che riesce a mantenersi di buon livello per tutto lo scorrere della pellicola, riuscendo a creare un'atmosfera e degli ambienti che si discostano leggermente dal trend attuale, questo film non riesce ad imporsi né all'0cchio né alla mente. Tuttavia si lascia guardare con disinvoltura...magari in un'altro contesto lo avrei apprezzato di più...

Sabato

18:30 Natural City

11:30 Il castello errante di Howl (Miyazaki Hayao, Giappone, 2004): Una favola, una storia d'amore impregnata di incantesimi, magia e strani animaletti, dall'happy end che si prende in giro da solo...il tutto sullo sfondo di conflitti devastanti combattuti con mezzi bizzarri, ibridi fra macchina e volatili vari. Il castello errante è poi una grandiosa fantasticheria, senza dubbio più efficace e visionario della torre di steamboy.
Gli spunti comici poi sono disseminati lungo tutto il corso del film, costruiti intorno a una serie di personaggi secondari (ottimamente incastonati nella trama), ma nessuno riesce a eguagliare il demone del fuoco...motore del film, e non solo per i lati comici.
Un gran bel cartone, ma un po' troppo mansueto per i miei gusti...gli ho preferito steamboy.

16:30 Gaya (F. Krawinkel e H. Tappe, Germania/Spagna/UK, 2004): E' marcatamente un film per bambini, senza pretese di alcun tipo (se non pedagogiche). I pargoli che erano in sala hanno riso di rado...e questo è sicuramente un limite del film, poi c'è l'eccessivo ripetersi delle scene d'azione(a cui non fa da contrappeso nient'altro...Pixar docet), la scarsità dei mezzi produttivi (che va a colpire pesantemente la fisica, la mimica le animazioni) e la scarsa originalità di plotting (anche la strizzata d'occhio al metalinguaggio è più che trascurabile) ; malgrado tutti questi evidenti difetti il film non rinuncia a una sua dignità.
E poi è il primo film europeo fatto totalmente in CG....speriamo che arrivino giorni migliori.

23:00 Strings (Anders Rønnow-Klarlund, Danimarca/Svezia, 2004): Spinto dagli ottimi pareri sentiti in giro, mi sono deciso a vedere questo film realizzato con delle marionette. Avevo dei grossi pregiudizi su questo film, pensavo fosse borioso e pieno di se, e anche se il passo rimane più lungo della gamba (il modello tragico e il simbolismo delle corde), nella fotografia che viene in aiuto a queste facce di legno e soprattutto la grande maestria dei marionettisti i lati pregievoli del film.
Mi ha lasciato perplesso invece la regia, che nei (rarissimi) combattimenti non rende i totali e in generale non evidenzia i movimenti delle strings, ma si sofferma su primi piani e tagli convenzionali.
C'è chi dice che sia il film migliore del festival...a me ha scatenato una serie di sbadigli a raffica.

Domenica

16:30 It! terror from beoynd space
23:00 The cat returns


lunedì, gennaio 17, 2005
Team America : World Police - T. Parker - M. Stone - 2004 

kim jong II

Kim Jong II (leader nordcoreano) trama con l'aiuto della Film Actors Guild (le star sinistroidi di hollywood capeggiate da alec baldwin) per distruggere il mondo.
I team america sono la squadra speciale che combatte il terrorismo nel mondo, ma sono accusati dalla faziosità comunista di portare morte e distruggere il territorio (vediamo cadere la torre Eiffel sull'arc de triomphe, esplodere le piramidi...se pensate che siano facili leggerezze andate a leggere quello che hanno fatto i militari americani nell'antica Babilonia qui) . Ma riusciranno (grazie all'eroe, attore di broadway improvvisato spia) a salvare il mondo all'ultimo secondo....

Siamo esplicitamente di fronte ad una parodia della propaganda, la crociata antiterrorista e gli ideali che la sostengono vengono talmente esasperati e portati all'eccesso grazie ad una mista ben congeniata di grottesco, ironia, satira e bassa lega così da ottenere un effetto straniante sul messaggio (militarista) del film.
La storia procede per stereotipi di tutti i tipi(ma principalmente dall'action movie) , con i quali si gioca come con la propaganda, costruendo un film più compatto di quanto mi aspettassi, ma più o meno telefonato in ogni sequenza; d'altra parte anche se spesso si intuisce ciò che sta per accadere...ciò non impedisce di fare delle grasse risate (come quando il pupazzo protagonista vomita l'impossibile).

Ho trovato con piacere una certa maturità in questo lavoro di Trey Parker e Matt Stone che, pur non distaccandosi mai dal modello South Park(anche qui si mantengono le canzoni, i monologhi moraleggianti, le esibizioni pubbliche, personaggi improbabili, derisione dei vip [il più bacchettato è Matt Demon]...e tutto il resto che ci ha fatto amare il loro cartone), riescono a evitare di cadere nelle assurdità fini a se stesse (che alla lunga hanno appesantito southpark) riuscendo ad amalgamarle con il resto del progetto e delle situazioni.

Sembra che i due autori apprezzino molto il retrò (come stile di animazione), ma sarei proprio curioso di vedere cosa riuscirebbero a fare con la CG! chissà che ragioni di mercato non glielo impongano prima o poi (visto che questo film non è andato affatto male al botteghino si spera che possano continuare a lavorare in libertà).

Gag esilaranti poi se ne trovano in quantità, ma non potrò mai dimenticarmi del sesso sfrenato fatto fare ai pupazzi, del perfido Kim Jong II e dell' I.N.T.E.L.L.I.G.E.N.C.E. il sofisticato computer personificato, metà Echelon metà Hal, le cui ovvietà sono oro colato per tutto il Team e quando esso andrà in avaria i membri del team (gli americani) urleranno??We have no I..N.T.E.L.L.I.G.E.N.C.E.!!


domenica, gennaio 16, 2005
Ariborda! 

cartelli verso lo spettatore
My sassy girl - Jae-young Kwak - 2001

sabato, gennaio 15, 2005
Alexander - Oliver Stone - 2004 

Babilonia
Non stupisce che questo film sia rimasto indigesto negli states, aldilà del messaggio politico che porta con se (inscindibile nel cinema di Stone); i lunghi dialoghi, monologhi, orazioni (questi tre sono i lati peggiori, che appesantiscono il film in nome della fedeltà storica pretesa), l'omosessualità presentata e praticata senza il minimo accenno di dannazione, la costante messa in discussione dell'eroe, il respiro epico che c'è, ma che è continuamente macchiato e offuscato dai morti, dalla sofferenza e dalle lotte interne al potere, e soprattutto due sole battaglie (la prima, nel deserto, con i persiani a perdita d'occhio e i macedoni con lo sguardo verso l'infinito, la seconda, nella giungla, dove le falangi tornano a essere Plotone) rendono questo film inguardabile agli occhi dell'americano medio, quello descritto in assassini nati.

Alessandro, succube della madre ambiziosa, vuole sfidare il mondo, arrivare dove mortale non si era mai spinto, per portare pace, prosperità, civiltà a tutti i popoli sottomessi; ma il cammino è senza fine, ad ogni confine superato ne sopraggiunge un'altro ... e sempre più morti, sempre più stanchezza, e il consenso fra i suoi generali (che non comprendono il suo sogno di un multiculturalismo antelitteram) si assottiglierà sempre di più...fino a quando non gli renderanno solenni onori funebri.

Oltre a due grandi battaglie (di cui la direzione è senz'altro ottima, ma data l'immersività e la precarietà della macchina da presa si capisce poco di ciò che si vede...e a me non piace), vediamo un popolo di grandi guerrieri e pensatori (erano pur sempre mezzigreci) tramutarsi in barbari, invece della grande civiltà panellenica, è stato il germe dell'0dio e della paura a essere inoculato in quelle terre.... e più volte da generali macedoni si sente dire.... Torniamo a casa, torniamo a casa... ma Stone (via alessandro) ci dice (e come dargli torto) che anche questa non è una soluzione, che una volta sollevato un vespaio non si può tornare indietro.

Ottimo il casting, soprattutto fra le seconde linee, bravissima Angelina Jolie nella parte della madre-serpe, Colin Farrell risulta invece un po' troppo bamboccione per essere Magno, tantochè mi ha ricordato Marcello Cesena (quello di Patatini a mai dire domenica) per tutto il film....abbassando notevolmente l'immedesimazione eroica.

L'entrata in Babilonia, la nebbia di guerra della prima battaglia, la battaglia finale con gli elefanti i momenti più intensi dal punto di vista visivo....mi aspettavo qualcosa di più.

venerdì, gennaio 14, 2005
Cutie Honey - Hideaki Anno - 2004 

Mi ero ripromesso di andarlo a vedere al fff, ma si sa bene che l'occasione fa l'uomo ladro... ;) .... ....
Mi appresto quindi a scrivere le solite quattro cazzate su questo "digital comic cinema".
Vi consiglio di andarvi a fare un giro sul sito per farvi un idea sul film.

immagine di cutie honey
Stiamo in piena comicità manga, tanto per fare un esempio:(probabilmente non il migliore che si potrebbe fare) il cattivo che si mette a cantare una canzone demenziale prima di un combattimento (e se non ricordo male una scena simile c'era in...suicide club).... può far divertire o meno.... Molte gag sono riuscite, altre meno. Poi c'è la solita auto-parodia del melodramma.... tutto quanto si richiede ad un film del genere.

Non siamo di fronte ad un lavoro alla Casshern; quasi tutti gli ambienti sono veri, La CG va a ricomporre le siutuazioni marcatamente fumettistiche, che per forza di cose rendono meno nel cinema tradizionale.
Ed è un piacere vedere come il mix fra disegno, immagini sintetiche ed elaborazione al computer
riesca a rendere credibile (nell'ambito dei film che mantengono una presenza umana) un'onda energetica che viene rispedita al mittente.
Il film si regge sul colorismo esasperato (tanto tanto tanto tanto rosa) , che oltre a caratterizzare ottimamente gli ambienti e i personaggi (e il film stesso), permette alle immagini sintetiche di implementarsi senza screzio con la fotografia, evitando l'effetto l'effetto roger rabbit. Punto di forza del film.

Mi sembra di vedere, aldilà della confettosità abbagliante, aldilà della ricerca dell'amicizia in una società alienata, tra le righe dei lunghi monologhi sull'importanza dell'amore....che la tecnologia, per renderci la vita migliore, debba essere amata (come ogni altra cosa) altrimenti si perde il gusto di vivere....e quindi che non basti usare il computer per fare del buon cinema, ma bisogna usarlo in modo intelligente e consapevole, ma soprattutto amare il film che si sta facendo....anche se si sta facendo un film idiota come questo.
Andrebbe detto a quelli di Shrek... a proposito dell'orco, tanto per aprire un'altra inutile polemica....ieri a lezione o sentito una che diceva in merito a Shrek 2...."oh si è molto più divertente degli incredibili.." Tzsè!....

immagine cartellino verso lo spettatore
E adesso iniziamo con qualcosa di veramente interessante...
Si era sollevata la questione in questo cineblog.... ma mi sembra che poi non se ne sia approfondita la cosa....
Ed eccoti apparire un'altro cartellino in faccia allo spettatore!....mah....misteri dall'estremo oriente....
Se qualcun'altro dovesse trovarne di altri potremmo fare una bella collezione.

mercoledì, gennaio 12, 2005
L'angelo Azzurro - J. Von Sternberg - 1930 

Marlene Dietrich Immagine
Un Professore di liceo, transfert di tutto l'insieme della morale borghese, viene sedotto dalla Dietrich, e tutto il suo mondo sarà spazzato via dalla furia della passione, nel frattempo il Von Sternberg ci fa ridere di lui e della sua classe, con eleganza, intelligenza, e anche grazie a quel dono della natura che era Marlene.

Diciamo subito la verità, ho visto questo film solo per vedere le cosce alla Dietrich, ma penso sia stata una condizione comune a molti spettatori, e lei non poteva che essere il fulcro del film, al quale non si concede subito, ma lascia che la voglia cresca ardente nello spettatore. Poi si mostra in tutta la sua bellezza; velata da una costante androginia (nelle pose, nei movimenti, negli sguardi, nelle battute....) e non perde occasione per mostrare le sue meravigliose gambe, che riescono ancora a stuzzicare la fantasia dopo tanti anni.... Una gioia per gli occhi di qualsiasi epoca!

Ma il film non è solo questo, non è solo un continuo dispiegarsi di doppi sensi e allusioni; si gioca sempre intorno al rapporto fra la Diva e il professorino, che viene costantemente messo in ridicolo di fronte alla femme fatale, e sarà proprio la morale borghese, rivoltatasi contro il malcapitato, con gran dispensa di infamia da parte di tutti...che farà fare al film una sterzata drammatica, la dove nella prima parte si rideva spensieratamente, qui viene fuori il dramma di un uomo schiacciato dalle convenzioni, costretto ad essere il pagliaccio di se stesso...verso una fine annunciata ed elegantemente diretta(per quanto piuttosto convenzionale) ...

Interessante quanto divertente l'uso della colonna sonora per creare ironia (ovviamente a sfondo erotico) ...con gli uccellini della passione e le campane della retta via.


quando non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace 

"...il noiosissimo cinema horror orientale appare imperterrito quanto immaturo..."
così scrive A. GuazzoniGuzzano su City...in merito a The grudge...
Ha cacato fuori dal vaso.

lunedì, gennaio 10, 2005
Old Boy - Chan-wook Park - 2003 

oldboy img
Un esponente della malaUno sfigato qualsiasi viene rinchiuso per 15 anni in una casa-cella, quando uscirà sarà una macchina in cerca vendetta...ma sarà ospitato in una prigione più grande (la vita reale).....

Non appena (nella seconda metà del film) si va a guardare all'interno dei personaggi, quello che sembrava un film straordinario, dove però si rimaneva alla superfice, diventa un'opera tragica, dove i personaggi sono schiacciati dal peso delle proprie azioni e del proprio passato, in un mix fra kafka e edipo.
Dalla prima metà del film, che stupisce per l'uso della regia, a metà strada fra il cartoon e il videoclip (i tratteggi dal martello di Oh Daesu fino all'occhio del malcapitato, oggetti che svolgono la funzione di tendine digitali, split screen, chiaroscuri...ecc ecc ecc) e che ci rende tutta la furia, la cecità e il desiderio di vendetta del protagonista...fino alla seconda parte, dove l'eclettismo viene un tantino smesso, in favore di una rappresentazione che non rinuncia ai piaceri dell'estro, ma che fa concentrare lo spettatore sui drammi dei personaggi.
Il combattimento nel corridoio poi meriterebbe uno spazio tutto suo, una sequenza diretta magistralmente, un piano sequenza in carrellata, dove la macchina segue la furia di Oh Daesu, che dispensa martellate a destra e a manca. Una delle sequenze più belle che abbia mai visto. Semplicemente indimenticabile.

Ma dopo la visione di Joint security Area, mi sembra che la capacità del regista coreano di ironizzare e mantenere un tono ironico su temi importanti e scottanti sia il suo maggior pregio. Anche nelle scene più crude si ha sempre uno stemperamento, una mitigazione del sorriso, come appunto nel combattimento nel corridoio o quando Oh Daesu mangia il polpo vivo (ripugnante, divertente).
immagine oh daesu mentre mangia il polpo
L'attore protagonista poi è un mostro di bravura, bisogna vedere per capire la sua capacità di far emergere l'emozione, il senso. Il volto e il corpo di Min-sik Choi ci servono da bussola per orientarci dentro una narrazione che resta incompleta fin quasi la fine.
C'è poi la critica al mondo-tv, alla videosorveglianza (sigh!) , una divertente e pacata misoginia (quando lei gli chiede come è il raviolo prima ancora che lo abbia masticato)....e molto molto altro che non sono riuscito a vedere...ma non me ne preoccupo...torneò a vederlo e rivederlo....

domenica, gennaio 09, 2005
Casshern - Kazuaki Kiriya - 2004 

img
In una società militarista, devastata da guerre e inquinamento, uno scenziato facendo delle ricerche su le neo-cellule (praticamente cellule staminali) risveglia dei guerrieri-dei, capostipiti della razza umana (ma questo lo scopriamo solo verso il finale che vi ho appena rovinato) che si fanno chiamare neo-saggi e creano un esercito di robot per distruggere gli umani, che sono portatori di odio guerra e altre turpitudini, e vogliono creare una nuova umanità.
Nel mezzo ci stanno un bel po' di passioni familiari, melodramma e discorsi esistenziali, un figlio morto in guerra che resuscita come un semi dio ( Casshern appunto ) , scontri generazionali, amori, passioni ecc ecc...
Ma soprattutto un manifesto contro il militarismo, la fascistizzazione della società, le differenze etinocultuarli, l'odio, la guerra e la violenza. Una speranza di pace, amore e altre fantasie.

Da un manga settantesco che nn ho mai visto (ma di cui potete farvi un idea qui .... ) un film estremamente denso e stratificato, realizzato con personaggi reali su sfondo sintetico, fa della magnificenza visiva, dei colori saturi (belli grassi e pastosi) , degli effetti digitali appiccicati all'immagine, dell'onirismo e del sincretismo stilistico i suoi punti di forza. Non siamo come di fronte ad Hero ad un alternarsi di dominanti cromatiche giusto per il gusto di colpire l'occhio, si passa dalla visione sporca a quella più estetizzante, adeguandosi ad ambienti e situazioni, si può dire che il modo di rappresentare ogni scena si discosta da quello precedente....e poi.... combattimenti ipercinetici...combattimenti in freeze, scene ripetute, sogni, realismo, montaggio intellettuale (nel finale dove si alternao scene di morti del film a riprese di guerra reale e genocidi) rendono l'occhio schiavo della visione....e se uno si dovesse annoiare nei lunghi dialoghi/monologhi su ogni fatto accaduto o che in procinto di... basterà abbandonarsi al ritmo visivo.

immagine

Dispiace che sia stata sacrificata l'azione e i combattimenti, che sono dispensati con parsimonia qua e là, e che fanno rimpiangere il loro avaro utilizzo.
Se il film riesce a superare bene la prova dell'esistenzialismo manga, altrettanto non si può dire per le animazioni, che risultano statiche e decisamente poco convincenti. La "fotografia" e gli ambienti ricostruiti sono invece di ottima fattura, suggestivi ed estremamente efficaci nel loro immaginario (post) industrial-quinquennalista.
Deluso dal modo frettoloso di trattare il grande combattimento finale fra uomini e macchine, ma penso siano problemi di costi che lievitano esponenzialmente al secondo quanda si tratta di fare centinaia di migliaia di uomini e robot che si fanno guerra....


lunedì, gennaio 03, 2005
La classifichina di cui nessuno sentiva la mancanza 

Mi accingo a stilare con il mio consueto ritardo la mia classifica (mi fermerò alla top 5) dei film usciti nelle sale italiane nel corso del 2004, fra lacune inammissibili e pregiudizi di visione eccovi le perle dell'anno (per noi porci divoratori di film).


Ferro 3 - la casa vuota Kim Ki Duk
Inutile dare motivazioni.

Kill Bill vol 2 Quentin Tarantino
Perchè fa molto più figo dire il secondo è più bello del primo.

Primo amore Matteo Garrone
Ogni tanto i film italiani continuano a stupirmi...

Gli incredibili Pixar
Il film in CG più maturo e solido che abbia visto.

La sorgente del fiume Theo Angelopoulos
Per un sacco di motivi che qui non ho il tempo di affrontare.



Sarò stato sicuramente incompleto e parziale, ma tutto non si può vedere e la vita è come una foto di gruppo...qualcuno te lo scordi.

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alfa


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