
Un giovane scugnizzo nel bronx è indeciso su quale modello di vita scegliere, quello del padre italoamericano lavoratore, onesto ma povero e quella dell'italoamericano mafioso e ricco, ma di buon cuore.
In piena astinenza da Soprano e con i grandi titoli di mafia ormai visti e rivisti ho cercato qui qualcosa che potesse allietare il mio venerdì sera con un po' di Jimmy, Johnny, Tony e soprannomi buffi tipo Jimmy Bisbiglio, Tony Toupee e Eddie Muffa.
Ma purtroppo, anche se De Niro prova a fargli il verso, non ci si avvicina nemmeno lontanamente alla qualità del cinema di Scorsese e vuoi perchè la sceneggiatura si regge più sul rapporto fra le due figure paterne e il giovane protagonista e le scelte che questo deve prendere, vuoi perchè il film è tempestato di voci over che ci raccontano per filo e per segno questa storia fra i 50 e i 60 rendendo le vicende poco interessanti da vedere, non si riesce mai a tirare fuori una sequenza meritevole.
Se poi ci aggiungiamo che l'amore fra il giovane italoamericano e una ragazza afroamericana è costruito meglio e più interessante delle poche azioni a contenuto mafioso (che sembrano messe li tanto per fare un film sulla mafia) e che l'accento posto sui conflitti razziali sembra messo più per fedeltà storica che per esigenze di sceneggiatura non ne può in alcun modo venir fuori un giudizio positivo.
Davvero insopportabile la colonna sonora di pezzi d'epoca (specialmente doo-wop), non tanto per la selezione in sé, quanto per il fatto che all'inizio di ogni nuova scena attacca con una faciloneria assordante una nuova canzoncina.
Evitabile, anche se la rissa fra mafiosi e motociclisti (con la pesante sconfitta di questi ultimi) è divertente e Chazz Palmintieri (che firma pure la sceneggiatura) regala una buona interpretazione, a mio avviso anche migliore di quella di Bob.
De Niro : Bronx : mafia : Doo-Wop