
Nel solito medioevocinese, con le solite guerre per il potere una ragazza deve andare in esilio; raggiunge una locanda sperduta, dove c'è un mucchio di gente, chi la vuole uccidere e chi la aiuterà. Tanti duelli, semplice e consequenziale nello svolgersi, non c'è nemmeno un vero e proprio "evento" o punto di svolta; il film sembra costruito con la forma di climax, con l'apice alla fine, senza interruzioni, si cresce piano piano in ritmo e intensità senza tergiversare su giustificazioni narrative o interiorità dei personaggi.
La diREzione qui crea l'emozione, crea la tensione, scrive la storia; mi ha estasiato ancor più che in comedrinkwithme (che è dato un po' come l'archetipo del Wuxia moderno, genere che Hu epurò dalla magia e dagli esoterismi a favore di un realismo mitico; dove gli eroi, che tuttavia mantengono delle qualità straordinarie, sono calati in un contesto tutto sommato credibile).
E' come se ci fosse un Hu's touch ad alimentare e sostenere la suspance quando non si combatte, quando apparentemente non sta succedendo nulla (come si è già fatto notare è grazie anche ad un abile lavoro di King su Leone), ed è la stessa mano invisibile che porta la tensione al massimo livello prima di uno scontro: grazie a lente carrellate e campi medi sui duellanti, qua e là un primo piano o un quadro più enfatico, gli stacchi allo scontrarsi delle spade; messa in scena potentissima e precisa, che sta sempre in bilico fra la funzione coreografica e quella drammatizzante; il resto dell'emozione la filma Hu, gli attori fanno poi (quasi tutti) la loro ottima figura, le musiche da Opera cinese sono forse un po' ridondanti, ma non disturbano. Disturbano invece gli effetti sonori didascalici, datatissimi, irritanti, inascoltabili...e per di più ripetuti a nastro nei combattimenti, ma si va a ricercare il pelo nell'uovo.
Il Hu (fra gli altri due che ho visto) che mi è piaciuto di più, ora sono convinto che sia davvero un King.