
E' davvero bello scoprire che ci può ancora essere un film di puro intrattenimento, un film leggero e divertente, di quelli che guardi prima di tutto con piacere, che teoricamente si gustano meglio a cervello spento, ma che (anche se non necessariamente, li sta un po' negli occhi di chi guarda) è simultaneamente un continuo di stimoli per il pensiero. Con semplicità e una buona dose di cattiveria rilegge e parodia gli stereotipi del genere: passando in rivista una gran quantità di registri (oltre agli stereotipi, ma parodiare e rileggere i registri è molto più difficile che gli stereotipi) che straordinariamente riescono a comporre una coesione stilistica del tutto inaspettata (almeno per quanto mi riguarda) e che comunque è superiore a operazioni del genere magari anche più riuscite (e mi sto riferendo a King of Comedy), rendendo il film un continuum compatto tra azione e commedia, azione e cit-azione (lol) che si fanno capire a vicenda, battute che fanno ridere (finalmente) e gag distribuite in grande quantità per tutta la durata, un continuum sempre di spessore. Un film che pur nella sua viscerale inglesità direi che trascende da qualsiasi tipo di categorizzazione in materia di cinematografie nazionali.
Certo, alcuni dei suoi pregi (come l'estrema semplicità e la costante autoironia) si trasformano anche in dei limiti: perchè in fin dei conti tutto quello che lascia è del gran divertimento, sia ben chiaro, ce ne fossero, ma dopo che lo si è visto e ci si pensa un po' sopra non è che il divertimento continui ancora, vien più da pensare ai modelli: dopo che ho visto balle spaziali mi viene voglia di rivedere guerre stellari, spero di aver reso l'idea.
Anche una bacchettata alle città idealistebigotte che in nome della lotta al degrado e seguendo un processo di vetrinaficazione perdono il senso della misura, un po' come Bologna di questi tempi.
E' come un amico simpaticissimo che fa sempre le imitazioni: non ci vai in giro insieme.
kekkoz : gozu : daesu : Valido
(se ho perso qualcuno fate un fischio)