
Pollice Su! un grandissimo film; potente, incessante, umano.
All'inizio sembra quasi di trovarsi in un normale film sulla box, con gli allenamenti, i primi incontri ecc ecc...ma fin da subito grava sulle immagini (per le storie dei personaggi, per la macchina da presa che osserva diffidente [lavora lentamente sullo sfondo concedendo poco ai personaggi e prendendo di nascosto lo spettatore per mano] ) il senso del dovere, il passato, il rimorso, la forza della disperazione, la ricerca di una rivincita.
Il quadrato diventa metafora del mondo, dove l'affermazione del sé passa attraverso l'umiliazione (il KO) dell'avversario, perchè, come si dice in apertura del film, agli uomini piace la violenza; semplice e diretta (non a caso Eastwood capisce subito la crudeltà [sentimentale-economica] che la famiglia della pugile fa alla ragazza, ma non riesce a comprendere i misteri-base del cristianesimo [l'amore non si lascia indagare razionalmente] ) .
Ma picchiare forte non basta, non basta avere cuore, non basta lo sforzo e la costanza; emanciparsi dalla condizione di partenza (che è quello che ogni personaggio tenta di fare) è impresa dolorosa e impraticabile, ma allo stesso tempo sembra essere l'unico modo per continuare a sentirsi vivi;
continuare a tirare pugni con il naso spaccato e gli zigomi spappolati.
Non c'è condanna e non c'è perdono; la storia pare mettersi in mostra senza la pretesa di giudicare: una lettera-documento che chiederà allo spettatore di interrogare la propria etica rispetto a quanto ha visto. Perchè se nella prima parte c'è spazio anche per distendersi, questo non sarà più possibile quando il film affronta direttamente il dramma; con una fotografia che raggela, la problematicità degli eventi in causa e con l'assenza di una pista ideologica; dovrà essere lo spettatore a posizionare i vari personaggi su di una propria scala di valori.
Non parlerò della bravura di Eastwood, ma sono convinto del fatto che solo una faccia da duro ormai avvizzita, con le rughe profonde sul collo; una vera faccia che sta andando in rovina, che sente il peso del tempo, lo scivolare dei giorni, l'esaurirsi delle opportunità poteva interpretare un ruolo del genere.
Sul ring poi non ci si lascia andare a ralenti, plongè (solo una volta a testa) e effettistiche varie, ci sono solo due boxeur e i cazzotti, veloci, continui...invece che dilatare il momento dell'impatto, si rende tutto il dolore del contatto moltiplicando la velocità dei pugni per il numero degli stessi, e non si fa in tempo a riprendersi da un colpo che ne arriva un altro più duro.
C'è un abisso (nei modi della messa in film) fra i match di Toro Scatenato e questi qui....
Due capolavori..... ma forse rocky resta inarrivabile ;)