
Alla fine della dinastia Qing, per non far cadere l'eredità nelle mani di un fratello Villain (Lo Lieh) il moribondo capofamiglia sposa la sexy, giovane e marziale Kara Hui Ying-Hung, che così diventa "l'anziana" della famiglia, alla quale tutti devono portare rispetto e obbedire. Lei, per fuggire dal perfido Lo Lieh, si rifugia a Guangzhou, nella casa di Chia-Liang Liu. Qui la lotta per l'eredità si accende e la giovane anziana entra in contatto con le mode e la cultura occidentale, fra attrazione e repulsione, fra abiti tradizionali e tacchi alti....Kick Ass Moves.
Opera controversa questa, se da una parte è sicuramente un lavoro "minore": che non ha la compattezza e il lirismo dei film più celebri di Chia-Liang Liu, dove i combattimenti sembrano pochi e le coreografie non emozionano come dovrebbero, dall'altra si presenta come un film ricco di spunti e di attrazioni: la qualità delle arti marziali messe in scena è eccellente, tanto da beccarsi un 5/5 su magthkf (il voto ai film è solo in base all'autenticità delle arti marziali). Vedere poi Chia-Liang Liu performare l'Hung Gar è certamente entusiasmante e didattico, ma il massimo dello stupore e della meraviglia si ha quando è Kara Hui a combattere; la ragaza è sicuramente una delle migliori donne marziali che si siano viste sullo schermo, probabilmente migliore di molti suoi colleghi maschi: elegante, precisa, dal grande carisma nelle pose e dalla lucida sensualità nel combattimento, una bellezza che stordisce: Chia-Liang Liu (come regista) ci mostra anche il suo corpo, le sue gambe e la sua candida pelle per una tensione erotica che si sviluppa nel corso del film fra tabù familiari (è ovvio che se la vorrebbero scopare tutti ma non possono perchè è l'anziana della famiglia) e abilità marziali che quando usate liberano tutta la di lei libido.
D'altro canto la ricerca di nuove forme per il Gongfupian in decadenza è certamente coraggiosa ma sostanzialmente fallita, cercare di modernizzare l'ambientazione e il plotting senza intaccare la purezza delle arti marziali non si è dimostrata (ainoi!!) una via proficua. La sequenza Musical, con balli e coreografie danzanti, è qualcosa di inguardabile, sembra che il massimo dell'inventiva di Chia-Liang Liu senza usare le arti marziali sia il giro-girotondo.
Si mostrano poi tutti i simboli e i feticci (Kara Hui che si appiccica alla vetrina di una gioielleria) della cultura occidentale, dalle macchine alle racchette da tennis, tradizione vs modernità, Chia-Liang Liu non sembra odiare l'occidentalizzazione in se, ma sembra cercare una mediazione, un punto di incontro fra la cinesità e le innovazioni occidentali, un qualcosa che permetta di aprirsi e recepire il "nuovo" mantendo la propria identità culturale, inutile dire che questo qualcosa per Chia-Liang Liu è il Kung Fu.
Da ricordare Gordon Liu che suona la chitarra mentre canta una canzone pop, sembra che suonasse davvero la chitarra in un gruppo cantopop, ma con tutto il rispetto e l'ammirazione che ho per Gordon Liu a vederlo suonare la chitarra fa ridere i polli (quasi quanto vederlo in una parrucca bionda coi riccioli).
Il combattimento finale è fra Chia-Liang Liu e Lo Lieh.....che te lo dico a fare.
Kung Fu : Chia-Liang Liu : Hong Kong