
Sinceramente mi aspettavo di più, anche se c'era da prevedere una perdita di tono e di mordente durante l'annacquatissima ora e mezza di playing.
Non fraintendetemi: per chi ama The family guy aka i Griffin c'è da divertirsi, qualche grassa risata fra il surreale e lo sconcio si farà, ed è proprio quando ci si abbandona ai voli di fantasia, alle nonsense propinate più del dovuto (in termini di tempo) alle citazioni rivisitate in modo stupido e messe nella mischia con assoluta gratuità ed è quando ci si lascia trasportare dalle gag/situazioni a tema sessuale (che in questo contenitore possono spingersi un poco oltre i canoni televisivi) che il film funziona meglio e diverte di più: senza preoccuparsi di dare una forma che assomigli vagamente ad un film e ad una struttura narrativa si sfruttano tutte le risorse comiche di Peter Griffin, facendo fare semplicemente da spalla a gli altri personaggi e accostando senza apparente continuità una scena all'altra. Poi verso metà si inizia a prendere una forma compiuta, che non discosta molto da quelle di un normale cartone mainstream, e il divertimento ne soffre, viene accantonato Peter, le nonsense si fanno più rade e ci viene raccontata la storia di Stewie, che a dire la verità (senza svelarne il segreto... è pur sempre the untold story) è abbastanza deludente e priva di originalità. Per fortuna c'è un postfinale molto griffiniano che ci solleva dall'insoddisfazione.
Come per spongebob (che ho visto ieri ma non mi fa voglia di parlarne) e qui anche in misura maggiore, c'è un cartone che viene stiracchiato e laddove funzionava continua a funzionare (anche meglio) ma viene annegato durante il necessario sciogliersi di un tessuto narrativo più articolato (o forse semplicemente più lungo), ma spongebob riesce a salvarsi grazie all'assoluta idiozia della coppia di protagonisti e dell'attitudine dei suoi autori che (non sono gli stessi) qui invece iniziano dopo metà film a CREDERE in ciò che si racconta e chiunque abbia visto una puntata dei griffin potrà convenire con me che non è proprio il feeling giusto col quale costruire il film sulla serie.
Però (fra le tante spassose gag che non ho voglia di citare) sono contento perchè scopriamo la vera nazionalità della corrispondente asiatica Trisha Takanawa...che poi uno ci arriva anche da sé se non è un mammalucco..però le conferme sono sempre piacevoli.