
Daniel Wu è un infiltrato della polizia in un organizzazione che traffica eroina pura al 65% per le strade di Hong Kong. Il trafficante è un imbrizzolato e malaticcio Andy Lau, che ha preso come protetto proprio il nostro protagonista, e in 7 lunghi anni di paternalismi vari non gli ha nemmeno insegnato come si taglia la roba, mah.
Questo potrebbe sembrare uno delle mie solite minisinossi ironiche, ma purtroppo questa volta è la realtà. Aspettavo questo film con molta ansia, perchè i film che parlano di eroina non me li lascio sfuggire quasi mai, e di solito (anche se di solito sono brutti) mi piacciono lo stesso, ma in questo Protégé ci sono troppe cose che non funzionano, cercheremo di affrontarle una ad una, ma prima di procedere è bene specificare che si sarebbe potuto trattare di un gran bel film, se solo non si fosse sbagliato TUTTO, è sbagliata la sceneggiatura, è sbagliata la storia d'amore ed è sbagliata anche la retorica antidroga, che con quel finale amaro poteva essere spinta molto più reazionariamente, per creare un interessante sbandata finale, e infine, ma forse la cosa più importante, è totalmente sbagliato il modo di presentare poliziotti e trafficanti, le indagini e i traffici.
La sceneggiatura è didascalica e pedante, tutti i personaggi parlano e parlano, si preferisce sempre usare un dialogo al posto di una sequenza, questo, oltre ad appesantire smisuratamente è anche molto nocivo sul rapporto filiale che c'è fra Andy Lau e Daniel Wu, i quali vengono da subito presentati quali coppia, senza che veniamo a sapere (tranne un dialogo risolutivo/sbrigativo finale) come a fatto Daniel a infiltrarsi (e a diventare addirittura protetto) del supermanzo Andy Lau. In questo modo quando alla fine bisogna fare i conti con la giustizia che i due siano stati amici, che uno venga tradito dall'altro e tutte queste cose che dovrebbero fare emozione non fanno un bel niente.
La storia d'amore sarebbe anche stata carina, lui che è uno sbirro ma che vende l'eroina e si innamora di una tossica con figlia a carico avrebbe potuto discernere una molteplicità di problemi e di situazioni problematiche, sia a livello morale che cinematico, però si preferisce usare l'amore come tappabuchi (e qui che scena ci mettiamo capo?) e per dare un minimo di interesse alla cosa non si trova di meglio che far saltare fuori il marito (anch'egli tossico) di lei. überuff.
La retorica antidroga: ok, non che mi aspettassi Paura E Delirio A Las Vegas, ma, fintanto che è un vecchio spacciatore malato che sta per passare la palla al suo rampollo ci può anche stare, ma quando a fare gli esistenzialisti sono i produttori tailandesi di eroina, che discutono del mercato della roba rassegnandosi all'ascesa delle droghe metanfetaminiche come se si stesse costatnando il passare delle stagioni è cosa ridicola. Anche se la sequenza nell'accampamento dei coltivatori di oppio con il solito montage dal papavero alla panetta imbustata non è niente malo.
Poi c'è: una bambina che toglie la pera dal braccio della mamma, crisi d'astinenza che passano negli stacchi fra una sequenza e l'altra, un protetto di un superspaccino che in 7 anni di traffici (e in procinto di subentrare nella gestione dell'azienda) non ha imparato un cazzo, ne come si taglia la roba, ne come si vende, ne da dove viene (mah), la stessa bambina che in fin al film toglie la pera (speriamo sia un'altra) dal braccio di Daniel Wu, che ormai senza più l'amata, senza più il capo (amato anche quello?) e non sentendosi più sbirro si voleva fare una bella fiamma.
Poliziotti e trafficanti, traffici e indagini poi non sono ben mischiati, non sono la stessa cosa, ma non sono nemmeno poi così diversi, e il problema (mastodontico) è che non risolvendo questo fondamentalo nucleo drammatico non si riesce (aldilà dei limiti di sceneggiatura) a sviluppare anche un pur minimo discorso. Si è avuta l'impressione che si volesse far vedere come non c'è poi così tanta differenza con un business normale, ma non se ne è avuto il coraggio (o non si è potuto fare), così i poliziotti vengono messi leggermente più in alto, ma si vedono fare cose peggiori e i personaggi agiscono come frenati, come se stessero pensando di essere in un film che parla di droga e che quindi si devono comportare in un certo modo (questo certo modo ammetto di non averlo capito e di trovarmi qui ora in difficoltà a parlarne), come se ci fosse un enunciatore bigotto che mentre ci mostra quello che ci mostra ci dice nemmeno troppo sottovoce che quello che fa vedere è sbagliato, ma non ci vuole o non ci si sa dire il perchè di questo sbaglio.
L'unica cosa ganza è quando Andy Lau arriva in un laboratorio dove hanno fatto casino con dell'eroina tagliata male e in quattro e quattr'otto salva un intero carico col savoir fare di uno a cui sta bruciando l'arrosto nel forno.
Sweet dreams are made of this
Who am I to disagree?
Travel the world and the seven seas
Everybody's looking for something
Some of them want to use you
Some of them want to get used by you
Some of them want to abuse you
Some of them want to be abused