
Una bambina di famiglia borghese libertaria è nata in Iran, si farà tutta la rivoluzione contro lo Scià, poi la rivoluzione islamica, la guerra contro l'Iraq, un periodo in europa e poi di nuovo in Iran a subire il regime della repubblica islamica.
C'è tutta una prima parte a dir poco strepitosa, quando la Marjane Satrapi non ancora si rende conto di quello che gli succede intorno, con i comunisti che vengono imprigionati e giustiziati dallo Scià, le lotte contro lo stato tiranno e oppressore e l'avanzare della repubblica islamica con le guardie della rivoluzione. Qui lo stile povero del tratto e espressionista per l'uso del colore e delle linee è dove si fonde meglio con gli avvenimenti tragici narrati: la perdita della libertà, del proprio decidere, nel giro di un paio di anni. E siamo subito conquistati da questa bambina con le adidas, questa vera rivoluzionaria con il mito di Bruce Lee (ovunque c'è da emanciparsi in quegli anni appare Bruce Lee ndr.) che zittisce le maestre di religione e compra le cassette heavy metal al mercato nero come se fosse droga.
Poi però, e qui accusiamo la vita reale di Marjane Satrapi di scarsa originalità, quando decide di andare a studiare a Vienna perdiamo gran parte dell'interesse e del mordente della prima parte di film: assistiamo ad una normale storia di emarginazione e all'inziare delle sue prime turbe amorose, non abbiamo nulla che possa essere paragonato alla vividezza e alla carnalità delle emozioni della prima parte.
Il ritorno in patria ci riporta poi su un livello più alto, tornando ad affrontare questioni più interessanti per un pubblico, solo che quella magia che avevamo visto all'inizio si fa un pochino più stanca, un pochino meno efficace.
E' come se lo spirito combattivo e di lotta del primo tempo venisse prima mitigato, poi anestetizzato dalla realtà storica e a livello drammatico il film ci pare perderne. Forse conveniva romanzare un po' le cose ed esplicitare un conflitto sul finale invece che ammassare una serie di avvenimenti (il matrimonio fallito, la vita universitaria, ecc) che ci fanno si capire la personalità di Marjane Satrapi e forse i motivi per cui ha dovuto per forza di cose abbandonare il paese, ma spendere 8 euri per sapere come mai una persona è dovuta fuggire da uno stato totalitario e teocratico mi sembra troppo, me lo immagino da solo.
Ma non fatevi ingannare dalle mie parole inacidite, il film è molto bello.
1. Se si può uscire dalla depressione dalla sera alla mattina come la protagonista del film per favore qualcuno mi spieghi come. Comunque sto scherzando, il film ce lo fa vedere come si fa: basta parlare con Dio e Marx allo stesso tempo.
2. Perchè portare dei bambini a vedere questo film? Era sabato pomeriggio ok, ma loro si sono fatti due gran palle.
3. lui non è d'accordo.