venerdì, settembre 30, 2005
Si comincia vendicando la figlia uccisa, si intuisce (visto il montaggio ellittico e centrifugo che torna su alcuni fatti, ma ci lascia all'oscuro su altri) che il rapporto con la moglie è stato distrutto da quella tragedia, il lavoro d'ufficio, la città alienante (presi a metafora della società giapponese) lo attanagliano, cerca una via di fuga. Quando incontrerà un suo vecchio amico diventerà un piccolissimo yakuza di una piccolissma gang, e sarà messo a timbrare documenti.
Dell'ironia così forte e continua non l'avevo mai vista in K. Kurosawa, si anche Doppleganger era fortemente ironico, tuttavia mi sembra che qui la concentrazione e la diffusione dell'ironia sia maggiore e l'ho trovata anche più divertente.
E' difficile che ci si avvicini (fra il livido della fotografia e l'austerità del profilmico) alla faccia degli attori, Kurosawa è noto per i suoi campi lunghi, per i totali, qui oltre a quelli (che non mancheranno di soddisfare gli estimatori del regista) vi è anche una forte concentrazione di carrelli laterali usati anche con risvolti comici (una sorta di Sketch con il protagonista che cammina, la macchina di un boss e la macchina da presa che li accompagna, mantenendosi paralleli fra loro).
Ma sotto l'apperente vacuità narrativa e il commento ironico c'è una forte carica drammatica data dall'incipit, ma sarebbe meglio parlare di antefatto. Il protagonista è schiacciato fra il dolore per quello che è successo a sua figlia e l'inutilità e la sciatteria della "carriera" yakuza che ha intrapreso (forse per annegare le sue sofferenze? forse vuole una rivalsa?).
Il conflitto (interno al film più che al protagonista) investe con le sue conseguenze drammatiche tutte le successive sequenze; nonostante una narrazione ci sia, sia comprensibile e sia in più punti anche forte, K. utilizza il campo e lo spazio in modo straniante, per far e sentire a noi la portata del dramma e per poter fare lui un'ironia spietata e amara.
martedì, settembre 27, 2005
Sinceramente mi aspettavo di più, anche se c'era da prevedere una perdita di tono e di mordente durante l'annacquatissima ora e mezza di playing.
Non fraintendetemi: per chi ama
The family guy aka
i Griffin c'è da divertirsi, qualche grassa risata fra il surreale e lo sconcio si farà, ed è proprio quando ci si abbandona ai voli di fantasia, alle nonsense propinate più del dovuto (in termini di tempo) alle citazioni rivisitate in modo stupido e messe nella mischia con assoluta gratuità ed è quando ci si lascia trasportare dalle gag/situazioni a tema sessuale (che in questo contenitore possono spingersi un poco oltre i canoni televisivi) che il film funziona meglio e diverte di più: senza preoccuparsi di dare una forma che assomigli vagamente ad un film e ad una struttura narrativa si sfruttano tutte le risorse comiche di Peter Griffin, facendo fare semplicemente da
spalla a gli altri personaggi e accostando senza apparente continuità una scena all'altra. Poi verso metà si inizia a prendere una forma compiuta, che non discosta molto da quelle di un normale cartone mainstream, e il divertimento ne soffre, viene accantonato Peter, le nonsense si fanno più rade e ci viene raccontata la storia di Stewie, che a dire la verità (senza svelarne il segreto... è pur sempre
the untold story) è abbastanza deludente e priva di originalità. Per fortuna c'è un postfinale molto griffiniano che ci solleva dall'insoddisfazione.
Come per spongebob (che ho visto ieri ma non mi fa voglia di parlarne) e qui anche in misura maggiore, c'è un cartone che viene stiracchiato e laddove funzionava continua a funzionare (anche meglio) ma viene annegato durante il necessario sciogliersi di un tessuto narrativo più articolato (o forse semplicemente più lungo), ma spongebob riesce a salvarsi grazie all'assoluta idiozia della coppia di protagonisti e dell'attitudine dei suoi autori che (non sono gli stessi) qui invece iniziano dopo metà film a CREDERE in ciò che si racconta e chiunque abbia visto una puntata dei griffin potrà convenire con me che non è proprio il feeling giusto col quale costruire il film sulla serie.
Però (fra le tante spassose gag che non ho voglia di citare) sono contento perchè scopriamo la vera nazionalità della corrispondente asiatica Trisha Takanawa...che poi uno ci arriva anche da sé se non è un mammalucco..però le conferme sono sempre piacevoli.
domenica, settembre 25, 2005
Mi ero ripromesso di parlarne all'uscita italiana, contando di tornare a vederlo quanto prima. Adesso che il film è nelle sale e io dovrei tornare a vederlo, beh non mi fa voglia, quindi cercherò di appiccicare i ricordi vecchi di un mese e tirare giù un pessimo post (tanto per non studiare).
La storia la conosciamo tutti e Burton è più fedele al testo originale che al film che ne fu tratto, questo fa si che ci si concentri di più sui personaggi che su oggettistica e avventure strampalate, che, seppur presenti nel film non lo riducono a mera vetrina dell'assurdo. Uno dei migliori Burton per me, perchè si mettono in secondo piano tematiche e immaginario dark (non mi piace nemmeno a scriverla questa parola) concentrandosi sull'intrattenimento, su Johnnie Deep (imho una delle sue migliori interpretazioni..di quelle che ho visto) e sulla storia che lega lui al piccolo Charlie, variando il registro dall'espressionismo della prima parte al pop lucido e plastificato dell'interno della fabbrica.
Una favola dal gran divertimento, dove si perde un po' di smalto quando si vuole omaggiare il film predecessore (almeno così l'ho vista io) in particolare le canzoni/danze degli ompa loompa (in realtà, come per gli scoiattoli, è un tizio rimpicciolito e moltiplicato al computer) sembrano tirate un po' troppo per le lunghe e alla fine risultano (forse, a qualcuno) un po' ripetitive, ma va bene così e anche se gli ompa loompa contemporanei non possono in alcun modo fottere per carisma con quelli classici (qui un
link per la memoria) non ci lamentiamo, è stato fatto un grandissimo lavoro, e lo dico da non burtoniano.
E poi si ride, ci si sente bambini, si cantano le canzoncine stupidissime e grandiose di Elfman, si vorrebbero gli occhialoni tondi bianchi di Mr Wonka e tante altre cose.
Mi sono divertito un sacco quando willie wonka va nella foresta e trova gli oompa loompa; invece non ho capito e mi hanno infastidito le citazioni kubrickiane.
Chissà che cmq non torni a vederlo..a scriverne mi è tornata la voglia.
giovedì, settembre 22, 2005
Gordon Liu è un principe amante del buon vino, della pittura ed esperto maestro di arti marziali; durante un suo soggiorno al sud prende come discepolo uno sbarbatello (Yue Wong)...ma si viene a scoprire che c'è un complotto contro il maestro per questioni di successione imperiale...
Dalla grande compattezza e organicità riesce ad intrecciare grazie ad una buona sceneggiatura le vicende personali ai combattimenti e alle schermaglie, si procede con calma e per longtake (usato più nei combattimenti per i dialoghi).
Anche una conversazione d'arte o una scena di brindisi con coppe decorate (!!!!) viene trasformata in un duello, ed è attraverso il kung fu che si crea intrattenimento e divulgazione, drammatizzazione e non ultima la suspance che si viene a creare essendoci oggetti di valore nel mezzo allo scontro (preziosi vasi di dinastie antiche o ricercatissimi vini).
Ancora una volta si inizia in un teatro di posa monocromo, dove durante i titoli di testa, un gran gruppo di comparse e i protagonisti, anticipando i punti cardine della storia (ovviamente picchiandosi) che oltre ad essere forse il più bello che mi è capitato di vedere offre anche spunti interessanti... chissà se anche nell'opera cinese c'era qualcosa del genere prima dell'inizio... quale è la sua funzione?... perchè (se nn mi ricordo male) lo faceva solo lui...forse per giocare a carte scoperte con lo spettatore, dichiarare fin da subito l'artificiosità del(di un) film sancendo però a tempo stesso la veridicità dei combattimenti/coreografie/prove fisiche.
Ho visto anche una divertente brecciatina anche al cinema più fantasy quando un grasso ladruncolo braccato dalle guardie prega buddah per "volare" schiantandosi miserabilmente su un muro...
mercoledì, settembre 21, 2005
Quante volte volevate dare un parere su un film, un libro, un disco, ma quello del vostro blog (ammesso che ne abbiate uno) non vi sembrava lo spazio più appropriato, o semplicemente non avevate voglia di star a tirar giù un post, quante volte avete desiderato scoprire cosa guardano i vostri amici telematici senza stare ad infastidirli continuamente, quante volte avete desiderato una lista delle cose viste/lette/ascoltate (ammesso che non siate il giovanecinefilo) ma era troppo sbattimento da iniziare?...beh, io mi sono trovato più volte in questa situazione, ma da oggi, grazie ad un mio informaticissimo amico questo problema è svanito, ha scritto tutto da solo www.scrive.it dove ognuno, dopo una minima registrazione, può inserire una segnalazione di un media (attualmente solo film, libri, cd) e volendo può aggiungere un breve commento, un indice di gradimento, un link alla propria recensione e altre cose (fra le quali i tag), Ma non vorrei dilungarmi sulle funzioni del sito (che peraltro sono funzionali, di facile comprensione e ottimamente spiegate sullo stesso sito).
Comodo e funzionale perchè mi permette in poco tempo di sapere cosa e quando ho visto un film (nel mio caso specifico), di sapere cosa ne pensano gli altri (ed eventualmente andare a leggerli) e di rendermi conto di cosa stanno guardando gli altri (e quelli della mia lista "amici").
Inzomma è uno strumento utile su diversi fronti che riesce anche ad essere divertente (non appena qualcuno fa una segnalazione su di un film è molto soddisfacente cliccare su "l'ho visto anche io") fatevi un giro di prova, sono sicuro che tornere ad usarlo.
Chiedo anche a chi ha un blog (di qualsiasi genere) se fosse interessato al progetto di sponsorizzarlo sulla propria pagina, il sito è agli inizi e necessità di pubblicità.
il link è questo
www.scrive.it
sabato, settembre 17, 2005
Visto il successo di Bruce Lee tra i giovani afroamericani, si pensò bene di provare a sfruttare il successo del kung fu usando come contenitore il Blaxploitation. Ottima idea, ma purtroppo i black dragon non hanno niente a che fare coi maestri Cinesi. Jim Kelly, campione di karate, noto per aver preso parte in enter the dragon, nonostante cada più volte nella caricatura di Bruce Lee non sfigura nei combattimenti e la sua pettinatura Afro è di grande impatto visivo.
Essendo la trama una serie di cliché sterili e abborracciati e non essendoci nessuno eccetto Jim Kelly capace di combattere si punta tutto sulla varietà dei cattivi; troviamo il nostro efferato eroe (più volte uccide con gusto chi ormai non può più difendersi) a combattere a mani nude contro: Nani, afroamericani vestiti con similpelle di leopardo, cowboy nani, neri effemminati, donne fatali, serpenti, gangster ispanici, razzisti e altri ancora e ancora nani.
La struttura del film è un ciclo infinito di
scena inseguimento -
scena dialogo -
botte . Parlandone così sembra un film semplicemente brutto, è molto di più, è bruttissimo, è un pessimo b movie...ma quando si vede Jim Kelly assaltare la villa dei nemici con un razzo sulla schiena (si proprio come james bond) o fare una scazzottata contro un condor (una delle cose più trash che abbia mai visto, ho riso senza freni per tutta la scena) si gode del divertimento offertoci da tutte queste stronzate messe assieme (ovviamente non era suscitare il riso quello che la pellicola si proponeva). Non bastasse il sù citato ci voglio aggiungere pure il doppiaggio di alcune parole su battute in presa diretta (vi lascio immaginare l'effetto cacofonico) e offese talmente smargiasse da potersi solamente udire.
Dovete starne alla larga.... quasi tutti.
lunedì, settembre 12, 2005
Finalmente sono riuscito a finire il mio corto e adesso ecco la versione web da 80 mega circa.
Download:
Httpemule/ed2kvideo.googleSe qualcuno dovesse avere grossi problemi a tirarlo giù mi contatti via email o msn messenger all'indirizzo infamous@fastwebnet.it che glielo passo direttamente.
sabato, settembre 10, 2005
Tornato sulla terra ferma (come dicono i Veneziani) tiro giù qualche commento svogliato su questo festival.
Ero un
lidobloggers, saluto e ringrazio gli altri blogger festivalieri e i compagni del
global beach per l'ospitalità.
Sono stato molto attivo nella retrospettiva, più nippoyakuza che cinoanteMao, di film in concorso ne ho visti pochini tra i quali una certezza confermata (e per questo vorrei ringraziare la signora e Mr. Park). Esaltazione massima per Final Fantasy VII: Advent Children è l'avvento del primo vero film in computer grafica, lo
spirit si è fatto carne, è la sintesi più vicina all'equilibrio tra i due media. in barba a tutti i pixariani.
Kinji Fukasaku e Bunta Sugawara.
Il gran divertimento di
Inital D.
Quando ho fatto i complimenti a Tsukamoto gli ho anche detto che Vital mi era piaciuto tanto, se volete sapere cosa penso di Vital leggete
qui.
Non ho mai visto muri tanto divertenti (questa è per pochissimi e fortunati).
Ho odiato la security, grandemte irritante, e i metal detector, assolutamente inutili e nocivi per la salute, almeno quanto tutte le redbull e i caffè che mi sono bevuto.
That's all folks.