
Una delle serie tv di maggiore successo negli USA è stata spinta poco dalle reti di casa nostra, ed è un peccato che se ne senta parlare così poco!
Non sono un appassionato di serietv, solo due sono riuscite a tenermi incollato di fronte al monitor a farmi consumare una puntata dietro l'altra fino alla fine.
Una è TwinPeaks, l'altra è The Soprano's.
Tony Soprano è un Boss che non ha niente da sparitre agli eroi romantici del cinema di mafia: va da la psicologa, litiga con la moglie ed è stressato per problemi di lavoro.
Tra una discussione con la figlia e una truffa, tra una seduta dalla psicologa e un corpo fatto a pezzi, si intrecciano i rapporti fra i tanti personaggi (molti muoinono ammazzati) e nonostante alcuni affiliati sappiano un po' di macchietta dell'italo americano (poi magari sono così davvero, chissà) sono dotati tutti di una propria identità e capaci di generare una serie infinita di contrasti e situazioni sia per quanto riguarda il versante casalingo che quello gangsteristico, versanti che vengono continuamente ad alternarsi e intrecciarsi fra loro.

Grande merito agli sceneggiatori, che compongono episodio dopo episodio e serie dopo serie una storia di famiglia dove anche i personaggi secondari compiono un percorso, e anche le loro decisioni vengono prese in seguito ai fatti delle puntate precedenti.
L'atmosfera è amara, cupa: non per il modo in cui si mettono in scena i crimini (su quelli e su i personaggi c'è quasi sempre una sospensione del giudizio), ma per il senso di decadenza e insicurezza con cui si risolvono i vari drammi. Spesso è più foriero di negatività confronto con la moglie o la psicologa che un indagine di polizia.
Girata discretamente, non si rinchiude solo nel buio di stripclub e macellerie italiane, ma regala anche diversi esterni suggestivi. Ho gradito davvero molto la fotografia, corposa e colori scuri.
