
Ma il suo ingaggio è in realtà parte di un piano (malvagio) atto a distruggere lo stadio (il mondo del calcio?) per gli interessi di qualche squalo. Con l'aiuto dei fratelli Wong tutti all'attacco (e del loro shaolin soccer) riuscirà a vincere il campionato.
Di film sul calcio in italia se ne sono fatti, e fin dai primi anni del sonoro, ma sicuramente pochi (una ventina? si arriva a trenta?) rispetto alla grandezza della passione calcistica presso il popolo italico.
Passione, che è minacciata secondo il film dagli interessi, dai miliardi (questo si ripete più e più volte), dalla tv...dal business (al quale nemmeno il protagonista alla fine riesce a sottrarsi).
Ma questo strano e antico filone del nostro cinema (il mio preferito è Paulo Roberto Cotechino centravanti di sfondamento) non è mai riuscito a imporsi come genere, non è mai riuscito ad imporre un'immaginario, tantomeno dei miti, forse motivo principe della sua prolifica sterilità....A questo giro non si riesce nemmneno a portare pubblico in sala.
Ed è un peccato, perchè a me il film è piaciuto, perchè mi ha fatto ridere;
Ok non mi ricordo nessuna batutta, ok le cose più divertenti sono turpiloqui e toscanità (campanilismo che ci volete fare). Il calcio giocato (che viene messo al centro) è ripreso per lo più da bordo campo, senza un vero e proprio lavoro di regia, il chè fa perdere qualsiasi coordinata spaziale e oltretutto quando si prova a fare Shaolin Soccer si rimpiange anche il doppiaggio fatto all'opera di Stephen Chow.
Ma:
Ceccherini tiene perfettamente la parte, sopratutto (e a sorpresa) nei diversi momenti drammatici, certo: se non si sopporta il personaggio sarà difficile da guardare, ma a vedenderlo recitare in un ruolo e senza la faccia di picasso mi ha fatto venir voglia di rivederlo (spero) recitare su questo doppio registro, dove sono le bassezze ad appoggiarsi al personaggio e non materia costituente (per quanto sia un estimatore del Ceccherini hardcore).
La sceneggiatura non sarà di certo fresca, ma regge bene quel poco che costruisce e sviluppa con coerenza l'idea che porta avanti.
Oltre al mondo del calcio è l'immigrazione (cinese) ad essere base del film, dove si invita costantemente a superare l'odio anticinese (che viene mostrato a vari livelli: da quello popolare fino a quello borghesindustriale), un'invito all'integrazione (anche se a nessuno dei 5 fratelli wong è concesso un primo piano..ma va bè..) con più di un'ingenuità ma anche con qualche battuta al punto giusto
"...o imparalo te il cinese visto che sei rimasto l'ultimo straniero del quartiere!"
Se la spiritualità del Kung Fu aveva bisogno della popolarità del calcio per tornare al top, qui è il calcio (l'italia?) ad avere bisogno della spiritualità del kung fu (i cinesi?) per tornare ad essere popolare (competitivo?).