
Un megacasermone da 150 piani, ogni piano è un settore (livello abitazioni, negozi, prigioni evvìa evvìa) collegati l'uno all'altro attraverso ascensori.
Dentro uno di questi si trovano ad essere intrappolate delle persone, fra cui un paio di psicopatici....e iniziano a massacrarsi a vicenda.
Digitalbarocco e sanguinolento (la violenza esibita non si spinge poi così avanti....di rosso invece se ne vomita a secchiate).
Pochi sono gli input che il film ci dispensa per la decodificazione del suo mondo, ma chi se ne fotte, noi vogliamo vedere la gente che si scanna.
Proprio perchè il film se ne fotte di creare un'interrogativo sul quale poggiare la narrazione (l'inchiesta è un'espediente farlocco) e perchè preferisce ritirarsi su un'esibizione hardcore e trendy della violenza, questo film ha appagato la mia sete di sangue, intrattenendomi.
Le sequenze dell'inchiesta e quelle onirico/schizzoidi mi hanno lasciato dubbioso, ma scandiscono il ritmo e fanno metraggio...
Un finale crappyssimo che sembra quasi autoparodico (ma temo che non lo sia).
L'oggetto ascensore, e la rappresentazione dei suoi organi meccanici, delle ruote dentate e di tutte le leve da azionare per farlo muovere è stata la cosa che più mi ha deliziato... come se si fosse spruzzato un po' di Ubik sulla pellicola.
Gokachu e Hellbly