
Quattro amici, vogliono vivere una vita da rapinatori, ma il loro infantilismo e l'amatorialità dell'impresa tira verso il tragicomico con esiti davvero pregevoli.
Inferiore (ma davvero godibile) rispetto agli altri lavori del regista, è un'opera prima affatto densa di stile, stile senza eccessi, che privilegia la staticità e distilla i primi piani, dove i colori accesi e decisi hanno una funzione sintattica.
Melanconico nella distanza fra i personaggi e la mdp, Anderson riesce a farci empatizzare con le sue creature grazie ad un'ottimo lavoro sugli attori ed un'accorta selezione delle location e la già citata foto-colori-grafia.
I personaggi, ancora una volta adulti noncresciuti, sognano un mercoledì da leoni che non arriverà mai, al massimo il carcere, per gli altri rimane il disagio di vivere da bambino in un mondo di adulti, dove l'unico possibile chillout è l'amicizia e il sognare.
Oltre che esordio di Anderson, questo è anche la prima prova di Owen Wilson (che è anche co-sceneggiatore e amico del regista), si sente infatti in tutta l'opera (oserei dire malgrado la tecnica e la maturità messe in campo) una forte carica di spirito amatoriale, l'entusiasmo col quale questo film è stato fatto traspare ad ogni shot, è la storia di di due amici che hanno voluto credere in un sogno (come gli sfigati dei personaggi di questo film)...e che, fortuna loro, sono riusciti a coronarlo.
Questo entusiasmo forse non fa troppo bene all'alone melanconico della pellicola..ma è una piccolezza.
Merita soprattutto perchè poco dopo Pulp Fiction, fare un film di gangster atipici, e farlo in modo originale, era davvero impresa non comune. Regia e dialoghi minimalisti, anche la scena della rapina, che era un quadretto perfetto per un finale Tarantiniano, viene disinnescata in modo ingegnoso e incredibilmente divertente.
Se si ama Anderson è da recuperare (come Rushmore).