
Anni '50. Le due piccole protagoniste e il di loro padre (la mamma è in ospedale) si trasferiscono in una cittadina di campagna nei dintorni di Tokyo.
Qui le due bambine incontrano Totoro, un pacioccosissimo incrocio fra un gattone e un criceto ingrassato, che le aiuterà a superare le difficoltà nelle quali si trovano, soprattutto la difficile situazione familiare, per la malattia e la separazione della madre.
La fantasia come fonte inesauribile di evasione e tampone dei problemi reali.
Non sono un fan di Miyazaki, non ho visto neanche molto, ma questo film mi ha irrimediabilmente conquistato.
Miyazaki è un maestro, non si può non riconoscerne la grandezza dei disegni (gli unici paccioccosi che mi garbano sono disegnati da lui), la cura per la caratterizzazione dei personaggi, la capacità di legare senza stonature la dimensione reale e la dimensione fantastica; non come due mondi in contatto ma separati (come due facce di una stessa medaglia), qui il mondo altro lo si può incontrare girando l'angolo, entrando fra i cespugli, aspettando l'autobus; è un mondo che ci accompagna costantemente, sulla tacita convinzione che gli adulti sono troppo indaffarati nel loro mondo per vedere con gli occhi della fantasia.
Delizioso, divertente, pacificatore. Non è la mia roba è vero, non ci sono robot nè intelligenze artificiali che prendono coscienza di sè; ma sono rimasto davvero estasiato per tutto il tempo della visione, nella prima parte dove si attende e si attende, fino a quando, finalmente vediamo la piccolina cadere sopra il pancione peloso di Totoro (dai diciamolo...voglio un vicino dal nome Totoro anche io :// ) e la pellicola fa una sterzata fantastica.
Altro (personaggio?) che non psso fare a meno di citare è il gattobus, un micione tigrato e dalle molteplici zampe che pare essere il mezzo (di locomozione) di totoro; veramente adorabile!.
Quando Totoro fa crescere gli alberi, quando T aspetta il gattobus, quando la piccolina insegue Totoro e gli cade addosso le sequenze più forti sia per quanto riguarda la visione sia per quanto riguarda il pathos (va da se che mi sarò scordato qualcosa).
Ringrazio OhDaesu per la dritta e spero di aver (ancora una volta) fatto invidia a Kekkoz.