Chi mi conosce un po' e ha parlato con me di cinema almeno un paio di volte sa che se c'è un regista-autore che non sopporto proprio è Gus Vant Sant, ora non mi sembra il caso ne il luogo di parlare male di Gus Vant Sant, sopratutto perchè il film mi è piaciuto, anche contro tutta la mia volontà il film mi è parzialmente piaciuto.
Si perchè al Van Sant non si può certo negare una notevole maestria nel comporrre una sequela di inquadrature suggestive, che non rimangono sul livello della suggestione ma che, quando in modo più felice quando in modo più bislacco, riescono a dirci un qualcosa sui sui personaggi, sui suoi adolescenti in cerca, fondamentalmente, di se stessi, della famiglia che non c'è, della solitudine e dell'impossibilità di vedere (ma su questo punto ci torneremo). E questo suo modo di portare avanti il film, fatto di vuoti e di inquadrature su mani e su pezzi di testa, l'ho trovato in passato molto fastidioso e altezzoso, ma qui, forse anche più altezzoso e fastidioso che in passato, mi è sembrato che si sposasse meglio con la rarefazione della storia, lasciandomi in qualche modo partecipe alla costruzione, riempiendo i vuoti con il mio pensiero, lasciandomi libero tutto sommato di interpetare, ma anche dandomi materia sulla quale riflettere (cosa che non avevo visto nè in last days e tutto sommato nemmeno in elephant).
Ora, prima di parlare delle stonature, vorrei continuare a parlare della forza del film, che sicuramente ne ha, ma mi ritrovo in difficoltà, e non solo perchè mi vengono in mente solo le cose brutte del film, ma perchè forse la bellezza sta tutta nella potenza visiva che Van Sant è riuscito a mettere in piedi, nella liricità del suo discorso, che prima di tutto, è bello da vedere, anche quando i soggetti sono adolescenti a colloquio. Cosa c'è di diverso rispetto agli altri film di Van Sant che non mi son piaciuti? Forse una storia interessante (si, più della columbine) ma probabilmente questo è un film più aperto, non meno disperato ma sicuramente più fluido e scorrevole (nel senso di flusso) di Last Days, un film che riesce a portarci vicino al suo protagonista pur facendoci rimanere distanti dal centro della narrazione, un film che riesce a farmi domandare un sacco di cose pur azzerando quasi completamente il dramma, e questo volutamente, le poche scene che si prestavano ad uso drammatico (tipo la divisione della guardia giurata) vengono girate in modo freddo e strigliato, quando invece si da tutto il tempo necessario ad una camminata di far vedere che il soggetto sta camminando.
Per concludere con le cose positive vorrei citare la scena di quando tutti gli skater della scuola vengono chiamati a colloquio dall'ispettore di polizia, quella scena sembrerà una cazzata (malgrado chi dice che non è bellissima è un idiota) ma sono convinto che per girare quella cosa ci vogliono le palle quadrate.
Veniamo al no, si perchè ripensandoci di no ce n'è uno solo.
Ora, sei Gus Van Sant, uno degli autori più acclamati e riconosciuti del circuito degli autori contemporanei, possibile che per dirmi che il protagonista è un ragazzino che non riesce a vedere quello che gli succede intorno perchè è un pischello mi usi lo sfuocato e mi chiudi il diaframma? Suvvia, queste cose si fanno quando ti danno in mano una videocamera per la prima volta, fortuna che lo zoom e il carrello li avevi imparati ad usare in Last Days.
Si, devo ammettere che questo film mi è garbato e anche tanto, però lui resta un frocio che odia le donne.