Una figlia sclera e dice di un certo posto chiamato Silent Hill, la mamma ce la porta e succede un gran casino.
Mi avevano parlato bene in molti di questo Silent Hill, poi un po' per pigrizia, un po' perchè non avevo mai giocato al videogioco lo avevo sempre lasciato da parte, ed avevo sempre fatto male.
Già perchè questo è probabilmente uno dei migliori adattamenti da videogiochi che abbia visto è un solidissimo (almeno fino a tre quarti) film di intrattenimento che adatta da un survival game tutto l'adattabile senza farcirlo di inutilerie quali siamo abituati a vedere nei film da videogiochi e che mantiene una certa cacarella (nel senso che fa cacare sotto) nello spettatore per tutto il film: questo grazie all'abile e curatissima regia che fra plongée e dolly che lasciano i protagonisti in balia della nebbia/fuliggine tolgono il fiato pure allo spettatore, se poi ci aggiungiamo una fotografia coi contro kutsey, la scenografia che ci porta diritti diritti all'inferno e la realizzazione dei mostri che solo in un paio di volte fanno ridere (ma mi immagino quanto possa essere difficile rendere dei mostri di un videogioco in modo credibile al cinema) e la maestosità terribile del Pyramid Head non possiamo che avere tutto il materiale per un ottimo film.
Dire che è una scelta da maestro (e Hitchcock salta fuori qua e là) quella di sostituire il protagonista del videogioco con la di lui moglie, il tutto diventa più pericoloso e conturbante, non ci sono praticamente armi da fuoco, non ci sono praticamente armi: la nostra protagonista è da sola in un mare di mostri e di merda e fa tutto questo solo per salvare la sua bambina, scende all'inferno da sola e senza storia d'amore farlocca e niente cliché da film d'azione standard.
Ma torniamo alla cacarella, non è che ci siano grossi scossoni, e a meno che non siate facilmente impressionabili anche i mostri pur nella loro ottima realizzazione (salvo quei due casi dove sono ridicoli, tipo quando l'eroina sta per arrivare in fondo e ci sono le ballerine di around the world dei daft punk) non fanno paura, e la regia non è così scema da puntare tutto sugli scossoni ad effetto e spauracchi da fantasmino che svolazza davanti la telecamera, il tutto è giocato sulle atmosfere e sulla paura di quello che potrebbe accadere, sulla suspance, per dirla con una parola (anche se tecnicamente non si tratta di suspance).
Certo, purtroppo quando si arriva alla resa dei conti il film perde un po' della sua originalità, tornando sui più sicuri binari di una narrazione navigata, con lo scontro finale fra i cattivi e i quasi buoni, ma in fondo anche questo è realizzato (dalla regia agli effetti speciali) in modo egregio, non possiamo più gridare al capocineludolavoro, ma ci accontentiamo bellamente.
Il sottotesto antibigotto e antitotalitario ha poi contribuito all'apprezzamento generale; l'ending è poi giusto giusto, lascia in sospeso e ti tiene dentro l'inquietudine. ++
E pensare che la nebbiolina nei giochi per play era nata per ovviare ad una deficenza di memoria, dai propri limiti si sviluppano le proprie virtù.