Non sono fra gli estimatori di Kamikaze Girl, e anche questo lavoro di Tetsuya Nakashima pecca un po' degli stessi difetti che avevo riscontrato in quello, ma in maniera molto più lieve, tanto che non se ne avverte il peso.
E' vero anche qui ci sono lungaggini di sceneggiatura e si va giù pesante con la mano: dai colori saturi e contrastati, ai fiorellini psichedelici in primo piano, ai colori digitali, le animazioni e quant'altro.
Ma la sceneggiatura è bacata solo in piccolezze, delle volte ci si dilunga troppo è vero, altre si trovano espedienti per portare avanti la storia e in altri punti ancora era meglio se si chiudeva il rubinetto del sentimentalismo, ma sono tutte cose su cui si sorvola tranquillamente.
Di solito un film con un'impianto visivo di questo tipo lo aborro, o mi annoia, oppure, se il film è davvero meritevole, lo adoro, qui non è successa nessuna delle tre cose: l'utilizzo di tutto quello che è acido e saturo riprende in qualche modo il melò del plot e quindi ci dice anche lui qualcosa; riguardo alle varie animazioni e esibizioni di video compositing (queste per altro molto discrete) mi tengo i miei dubbi, ma tali sono.
Quello che più ho apprezzato del film è sicuramente il suo essere un puro melodramma, e siamo di fronte ad un melodramma che regge (ah! finalmente) ed è di quelli tristi tristi che fanno venire voglia di piangere e ci si immedesima con l'eroina vessata abbandonata da tutti gli uomini della sua vita (e diciamo che pure tutto l'insistimento con il rapporto di lei con il di lei padre serve a dare un senso a tutto il dramma, non solo a giustificare l'inizio dei racconti) e in mezzo a tanta tristezza e disperazione, in mezzo a tanto materiale melodrammatico trattato in modo serio e maturo, spuntano qua e là tocchi di leggerezza, di speranza, di stupidità se vogliamo, alcuni potrebbero avere da ridire su questa scelta, che io non saprei bene neppure come definirla, fatto sta che riuscire a rimanere tristi e lacrimosi mentre fai vedere una ragazza che fa le boccacce mentre canta canzoni stupide e uccellini cinguettanti animati le corrono dietro senza cadere nel ridicolo non è cosa da tutti, e di questo ne dobbiamo rendere merito.
Avremmo magari preferito un finale con meno climax lirico, magari qualche canzone in meno (ma non temete, le canzoni servono da interludio, sono appena accenante e non rompono le palle, odio le canzoni nei film) e avremmo certamente voluto una regia meno attenta ai simboli e più significante con la macchina da presa, ma il film si è mantenuto certamente fedele alle aspettative, che erano alte. Su qualche sito celebre avevo letto che lo davano come il miglior film asiatico del 2006, ne dubito, ma può essere.
Ne ha parlato pure hellbly e Cinerob, che sono molto più celebri e fidati di qualsiasi variety asia o twitchfilm.