Permettetemi, visto che non ho la minima intenzione di parlare del film, visto che tessere le lodi di un film come questo è fin troppo facile, permettetemi allora di fare mille giri retorici e di non parlare del modo sublime col quale Del Toro ci porta dentro al mondo magico, scivolando facilmente e con compattezza dal vero al fantastico (metto qui questi due termini giusto per intenderci) grazie ad una regia che sta nascosta come il fauno; se ne coglie la grandezza dai particolari, dagli indugi, dalle ellissi che taglia nel racconto, quando non serve, alla direzione degli attori che non indugio a definire impeccabile.
Uno dei difetti principali di tutto il cinema che vedo è che i Cattivi sono cattivi della domenica, gente stizzita e il più delle volte vestita in modo ridicolo che riesce a far paura solo a delle checche come loro. Del Toro invece preferisce usare i Cattivi per antonomasia, le forze del male che ancora sono capaci di suscitare lo sdegno e la paura a decenni di distanza, i nazifascisti. Quello che Del Toro fa è meno facile di quello che può sembrare: provateci voi a fare un film coi fascisti in mezzo ad una favola fantasy e a non cadere nella derisione e nell'ilarità generale (apparte quando appaiono i cappelli da franchista che vincono in quanto a copricapo più ridicolo della storia, ma questa non è colpa di Del Toro).
Il motivo per cui imho qui i fascisti fanno davvero paura, apparte il fatto che ne fanno veramente di ogni, è che la piccola protagonista è l'UTOPIA, il POPOLO, il sogno tutto novecentesco di ritrovare, costi quel che costi, l'età dell'oro andata perduta, che lotta per arrivare alla fine dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e a quella parola magica che rispnde al nome di Libertà.
La bimba combatte contro la reazione, il terrore e i pretacci, e, visto che la reazione, il terrore e i pretacci sono qui rappresentati dai fascisti (ok, non solo qui), questi, i fascisti, vengono ulteriormente caricati di malvagità, oltre alle azioni che compiono e a quelle che hanno compiuto, proprio perchè impediscono l'autodeterminazione della bambina diventando quindi ulteriormente stronzi.
Certo, voi potreste non essere d'accordo su quello che si è appena detto, ma il film imho è abbastanza esplicito su queste cose e se quindi accettate di stare seduti in poltrona concordate sul fatto che la bambina fa bene a combattere i fascisti.
Nel suo percorso dovrà evitare i mangiatori, ciechi e stalinisti, di bambini e il revisionismo faunosocialista e, quando avrà dimostrato la purezza, (questo si che è fantasy) potrà affrontare il vile traditore, potrà così imporre la dittatura del proletariato (ovvero il suo fratellino simbolo dell'umanità nova) mentre il popolo gode e i partigiani hanno appena ammazzato il capitano. Più chiaro di così!
E poi dopo un'infinità che vediamo partigiani sparati e torturati e popolani presi a bottigliate quando poi un manipolo di resistenti ammazzano un drappello di fascisti (è sempre bello vedere partigiani che ammazzano fascisti) viene voglia di alzarsi dalla poltrona a pugno chiuso e intonare fischia il vento.
Un neo è imho la fotografia che è troppo blu, appiattisce troppo, schiaccia i volumi e riduce (a volte) tutto alla bicromia blu/nero, mah.
Piccola polemica, questo è un film commerciale/popolare, il semplice fatto di non accostarsi più di tanto ai canoni hollywoodiani non lo rende di certo meno popolare, anzi, quella di Del Toro, molto più di Cuaròn, per quanto ho visto, è la ricerca di un cinema commerciale, che pur rimanendo in tali ambiti (conoscete qualcosa di più popolare di una favola? forse solo il porno) riesce a di dire qualcosa di diverso e in modo diverso dai soliti filmotti ammerigani senza fissarsi con assurde pretese artistiche o addirittura autoriali.
ah, sono pronto a scommettere che le illustrazioni del libro le ha fatte Matt Dixon o qualcuno che gli fa il verso.
Stiamo giù con Del Toro perchè è un gran regista e un ottimo produttore.
Stiamo giù con Del Toro perchè è grasso.
Stiamo giù con Del Toro perchè è nerd.
Stiamo giù con Del Toro perchè a Venezia mi ha salutato (salutava tutti) come se fosse il cristo compagnone di dogma.