E' con sommo piacere che leggo su
Twitch che Lau Kar Leung ha trovato i soldi per fare un nuovo film, che attualmente è in preproduzione.
A quanto dice Lau sarà il suo miglior film e il miglior film di arti marziali di sempre.
Voi potreste pensare che si tratta di semplice marketing. No.
Sifu Lau Kar Leung farà davvero il kung fu movie definitivo.
La trama del film sembra un remake di
Executioners From Shaolin e quindi promette molto bene. Se poi ci aggiungiamo un cast stratosferico che riunisce tutto il meglio del panorama marziale attuale non ne potrà che venir fuori un capolavoro. Il cast annovera (ma sarà vero?!) nomi quali Gordon Liu (nel ruolo di Bai Mei, che fu già di Lo Lieh e dello stesso Gordon Liu in
Kill Bill), Jacky Wu Jin (
Drunken Monkey, Sha Po Lang e imho il migliore tra i cinesi), Donnie Yen (!!) e udite udite.....udite udite....udite udite....
TONY JAA.
Quest'ultimo, se dovesse davvero (mi sembra difficile, ma ci spero lo stesso) lavorare con sifu Lau Kar Leung avrebbe già completato tutte le tappe per essere considerato il più grande attore in attività di film di arti marziali (che per inciso lo è di già, ma ancora non ha lavorato con Lau Kar Leung quindi gli manca qualcosa).
Fra il cast sembra presente anche Zhang ZiYI. Non che la ragazza ne sappia di Kung Fu (comunque Lau potrebbe sempre insegnarglielo) ma tanto so già che le farà fare la moglie che tiene le cosce chiuse. Ci scommettiamo?
Sono emozionatissimo, fino al 2008 ogni film che uscirà non riceverà nessun tipo di interesse da parte mia. Potrei anche prendere seriamente in considerazione l'idea di non guardare più film fino all'uscita di Heroes of Shaolin (che bel titolo!! e non sono ironico, è un titolo perfetto), poi potrei anche smettere di guardare film, non avrebbe senso.
mercoledì, giugno 28, 2006

Due rivali nelle arti marziali e pure nella conquista della sottana ivi presente, uno è Don Tao Wong, che fa le pose ed è tutto tirato, l'altro è John Liu, che riesce a esprimersi in due modi: modo 1 = faccia seria da demente, modo 2 = faccia sorridente da demente; ma poco importa, perchè il ragazzo ne sa.
Questo film è conosciuto per aver dato il via a quel filone denominato "superkickers" e come suggerisce il nome sono proprio gli arti inferiori e le arti marziali del Nord della Cina e della Corea ad essere messe in scena. Per chi non lo sapesse le arti marziali del Nord della Cina e della Corea, senza entrare nel merito della cosa, fanno un gran uso di calci alti, calci volanti e calci con capriole varie (o anche tutte ste cose insieme).
I due si trovano in corea per un torneo di arti marziali, ma principalmente per uccidere Silver Fox, un maestro di Taekwondo interpretato da Hwang Jang Lee: costui (l'attore) era un coreano molto abile, vero maestro di Taekwondo,
sembra che abbia ucciso in pochi secondi un maestro di pugnali vietnamita durante una disputa, con un solo calcio. Ma questo appartiene alla storia.
Nel film invece una gran quantità di calci, calci volanti, supercalci, gente che alza le gambe fin sopra la testa, Yuen Biao che fa le capriole (stuntman), combattenti occidentali (russo) presi a calci e fatti scappare in lacrime, se non ci fosse questa qualità degli attori (John Liu e Hwang Jang Lee) che è davvero notevole, ma davvero davvero notevole, saremmo di fronte ad un buon esempio di
Chop Socky, trama assurda, suoni molto ripetitivi e fastidiosi, le coreografie sono anche degne e ben strutturate, ma senza quegli attori (lanciati da questo film) sarebbe stato davvero di interesse nullo; anche perchè la regia è virtualmente invisibile, non siamo al grado zero, ma ci si avvicina molto, il che non è sempre un bene. Se vedere i due saltare, fare un 360 in aria e poi colpire la testa dell'avvesario con un calcio precisissimo per poi farlo ancora e ancora e ancora (tutto senza stacchi) è certamente di grande piacere visivo, ma qualche volta, in circostanze meno spettacolari, sarebbe carino vedere uno stacco (qui ci sono praticamente solo quando uno dei due va a terra) e la ricerca di un quadro più espressivo.
Ma francamente chi se ne frega.
SUPERKICKERS
Per appassionati, ma se lo siete è imperdibile
domenica, giugno 25, 2006

Alla fine della dinastia Qing, per non far cadere l'eredità nelle mani di un fratello Villain (Lo Lieh) il moribondo capofamiglia sposa la sexy, giovane e marziale Kara Hui Ying-Hung, che così diventa "l'anziana" della famiglia, alla quale tutti devono portare rispetto e obbedire. Lei, per fuggire dal perfido Lo Lieh, si rifugia a Guangzhou, nella casa di Chia-Liang Liu. Qui la lotta per l'eredità si accende e la giovane anziana entra in contatto con le mode e la cultura occidentale, fra attrazione e repulsione, fra abiti tradizionali e tacchi alti....Kick Ass Moves.
Opera controversa questa, se da una parte è sicuramente un lavoro "minore": che non ha la compattezza e il lirismo dei film più celebri di Chia-Liang Liu, dove i combattimenti sembrano pochi e le coreografie non emozionano come dovrebbero, dall'altra si presenta come un film ricco di spunti e di attrazioni: la qualità delle arti marziali messe in scena è eccellente, tanto da beccarsi un 5/5 su
magthkf (il voto ai film è solo in base all'autenticità delle arti marziali). Vedere poi Chia-Liang Liu performare l'Hung Gar è certamente entusiasmante e didattico, ma il massimo dello stupore e della meraviglia si ha quando è Kara Hui a combattere; la ragaza è sicuramente una delle migliori donne marziali che si siano viste sullo schermo, probabilmente migliore di molti suoi colleghi maschi: elegante, precisa, dal grande carisma nelle pose e dalla lucida sensualità nel combattimento, una bellezza che stordisce: Chia-Liang Liu (come regista) ci mostra anche il suo corpo, le sue gambe e la sua candida pelle per una tensione erotica che si sviluppa nel corso del film fra tabù familiari (è ovvio che se la vorrebbero scopare tutti ma non possono perchè è l'anziana della famiglia) e abilità marziali che quando usate liberano tutta la di lei libido.
D'altro canto la ricerca di nuove forme per il Gongfupian in decadenza è certamente coraggiosa ma sostanzialmente fallita, cercare di modernizzare l'ambientazione e il plotting senza intaccare la purezza delle arti marziali non si è dimostrata (ainoi!!) una via proficua. La sequenza Musical, con balli e coreografie danzanti, è qualcosa di inguardabile, sembra che il massimo dell'inventiva di Chia-Liang Liu senza usare le arti marziali sia il giro-girotondo.
Si mostrano poi tutti i simboli e i feticci (Kara Hui che si appiccica alla vetrina di una gioielleria) della cultura occidentale, dalle macchine alle racchette da tennis, tradizione vs modernità, Chia-Liang Liu non sembra odiare l'occidentalizzazione in se, ma sembra cercare una mediazione, un punto di incontro fra la cinesità e le innovazioni occidentali, un qualcosa che permetta di aprirsi e recepire il "nuovo" mantendo la propria identità culturale, inutile dire che questo qualcosa per Chia-Liang Liu è il Kung Fu.
Da ricordare Gordon Liu che suona la chitarra mentre canta una canzone pop, sembra che suonasse davvero la chitarra in un gruppo cantopop, ma con tutto il rispetto e l'ammirazione che ho per Gordon Liu a vederlo suonare la chitarra fa ridere i polli (quasi quanto vederlo in una parrucca bionda coi riccioli).
Il combattimento finale è fra Chia-Liang Liu e Lo Lieh.....che te lo dico a fare.
Kung Fu :
Chia-Liang Liu :
Hong Kong
mercoledì, giugno 14, 2006

Documentario che come dice il titolo presenta tre stili dell'Hung Gar, Kuan Tai Chen, Alexander Fu Sheng e Kuan Chun Chi si cementano nel vuoto del teatro di posa nell'esecuzione delle forme. E sono Skillz.
Prodotto da Chang Cheh, veniva proiettato prima di Heroes Two, film che aprì il proficuo e interminato ciclo sulle arti marziali Shaolin, è una fedele e autentica messa in scena delle forme, eseguite in modo esatto e preciso, una regia invisibile, rispettosa, che rinuncia ad ogni tipo di spettacolarizzazione ma che riesce a trovare un superbo equilibrio fra la messa in scena di tipo documentario e l'espressività del quadro.

Chia-Liang Liu è un maestro dell'Hung Gar discendente diretto della scuola del vero Huang Fei-Hong, le tre star ad eseguire le forme sono allievi della scuola che lo stesso Chia-Liang Liu gestiva per gli ShawBrothers, sulla qualità e la fedeltà delle arti marziali non mi sembra quindi il caso di insistere.

Ho letto da qualche parte (R. Garcia probabilmente) un interessante parallelismo fra le sequenze in apertura ai film di Chia-Liang Liu (o parlava specificatamente di questo documentario?) e Meditation on Violence di Maya Deren, se nel documentario della Deren vi è una riflessione antropologica sulle arti marziali, qui solo skillz nude e crude.
Un manuale del kung fu.
Hong Kong :
Kung Fu :
Documentary :
Hung Gar :
Chia-Liang Liu
domenica, giugno 11, 2006

Due donne combattono contro il male, contro i loro padri/tutori, impersonificazione della malvagità dei legami tradizionali, del potere feudale, del vecchio. Combattono anche per la conquista dell'eroe, che in mezzo a loro due fa un po' la figura dello sfigato, fa un po' lo smargiasso per tutto il film, ha una spada nascosta dentro una tonfa di legno e la usa a caso, gli serve giusto per ammazzare il villain e salvare le due belle cinesi.
La struttura è quella del melodramma, ricopiata passo passo, stilema per stilema senza pensarci troppo su, ma per fortuna non è per la narrazione che viene ricordato questo film (da chi viene ricordato?) e nonostante la trama sia piuttosto avvicente e arzigogolata (che melodramma sarebbe senza arzigogoli?) è verso altri lidi che dobbiamo focalizzare il nostro interesse.
Certo, non aspettatevi di vedere Come Drink with me, qui l'ambizione artistica è nulla, il respiro corto e si dimostrano più anni di quanti se ne abbia. Ma è un orgoglioso e fiero film popolare, marcato da un sottotesto rivoluzionario (e non a caso visto che la casa di produzione era filo-RPC e filomarxista) e antiborghese, ci mancava poco che l'eroe andasse in giro innalzando il libretto rosso del compagno Mao.
Il film fu un grande successo, e sembra proprio che fu tale per le coreografie innovative dei due giovani fighting instructor che rispondevano al nome di Tong Kai e Lau Kar Leung. I combattimenti si facevano più fisici e diretti (rispetto agli altri swordfighting degli Shaw), i wireworks marginali e si vede addirittura l'eroina compiere delle forme di kung fu di fronte alla macchina da presa, purtroppo è ben evidente l'assoulta incompetenza degli attori con le arti marziali, tant'è che è difficile oggi emozionarsi per quei combattimenti.
Ma c'è un mondo di cose da vedere; i costumi ricchi e sfarzosi, ricamati in oro, coloratissimi, esagerati, cambiano ad ogni sequenza, sono una gioia da vedere e qualche volta si riesce anche a creare un quadro cromatico che non assomigli ad un'accozzaglia schizofrenica.
La recitazione, sviluppata dai modelli d'opera cinese, è uno specchio delle passioni e ogni personaggio è capace di mostrare delle facce che non è possibile raccontare.
Ma vorrei concentrarmi su SiSi Chen, l'eroina decisa e votata all'azione, che lotta per il suo uomo (che però vuole l'altra, quella brava e obbediente) e che ad ogni sbattere dei suoi occhioni ci regala emozioni e informazioni indispensabili. Basta un occhiata per farla passare dalla rabbia alla gelosia, dall'amore alla vendetta.
Che donna!
Hong Kong :
Lau Kar Leung :
wuxia :
rivoluzione culturale

(Liotta) (laughing hard) Really funny. Really funny.
(pesci) Whattya mean I'm funny?
(Liotta) You're just funny, y'know, the story. It's funny. You're a funny guy.
(Pesci) Whattya mean? They way I talk? What?
(Liotta)It's just, y'know, it's just funny, you know the way you tell the story and everything ...
(Pesci) Funny how? I mean, what's funny about it?
Anthony (Frank Adonis): (worried) Tommy, no, you got it all wrong ...
(Pesci) Oh, oh, Anthony. He's a big guy, he knows what he said. What did you say? Funny how?
(Liotta) It's...
(Pesci) What?
(Liotta) Just... ya know, you're, you're funny.
(Pesci) What do ya mean, funny? Let me understand this cause, I don't know maybe it's me, I'm a little fucked up maybe, but I'm funny how? I mean, funny like I'm a clown, I amuse you? I make you laugh... I'm here to fuckin' amuse you? What do you mean funny, funny how? How am I funny?
(Liotta) Just...you know how to tell the story, what?
(Pesci) No, no, I don't know... you said it. How do I know? You said I'm funny. How the fuck am I funny, what the fuck is so funny about me? Tell me, tell me what's funny!
(Liotta) Get the fuck outta here, Tommy!
(Pesci) Ya motherfucker, I almost had him, I almost had him! Ya stutterin' prick ya! Frankie, was he shakin'?