Due scienziati pazzi lavorano giù nell'underground ad un progetto che punta al risveglio di forze ancestrali, mezzo psicosi indotta, rumore di gomma ad alto vulume e iniezioni rettali di etere.
Dopo Pinocchio 964 credevo che non mi sarei più avvicinato ad un film di Shozin Fukui, ma grazie a the game (l'unico gioco che non è un gioco) ho visto anche il secondo (e ultimo) film del già citato regista nipponico, giusto in tempo per dispiacersi.
Mi dispiaccio che a un regista mediocre e scopiazzone, ma dall'incontestabile verve visiva e dall'assoluta mancanza di senso della misura, sia stata negata la possibilità di fare altri orribili e noiosissimi film; Perchè fra 30 anni potremmo riprendere in mano queste ciofeche e sbandierarle come esempio massimo di un certo cinema estremo e dire quanto il cinema sia diventato chiuso e manierista rispetto a quelle libertà formali e visive che c'erano una volta. Ma, parlando strettamente del film, mi trovo a non riuscire a rigettarlo del tutto, perchè si spinge oltre, oltre rispetto al film precedente, migliorando e aumentando la dose di schifezze e negando quasi in toto l'importanza dell'intreccio, di cui rimane proprio un brandello.
Ma personaggi come quello dell'infermiera sadica, la scena lesbo su un letto pieno di cavi e la maschera/tuta sci-fetish del tipo mi hanno permesso di arrivare in fondo al film senza abbandonarlo a se stesso.
Non si può fare un film composto interamente da inquadrature di giapponesi che urlano mentre si contorcono dal dolore.
Gokachu, JointSecurityArea, Private I,