Questo scimmione preistorico si presta ad essere letto su più livelli, e se quello metacinematografico è il più evidente, e anche quello più riuscito, non è sicuramente il solo, ma di quelli non ne scriverò.
Anche le scene d'azione che vengono presentate e sbandierate da molti come il nonplusultra della CG applicata all'action mi sembra debbano essere ridimensionate, si è visto di molto di più spettacolare e mozzafiato in FFVII:Advent Children. Ma certamente il livello tecnico delle animazioni è eccelso, e se durante la fuga dei brontosauri c'è una ben evidente dissonanza fra le porzioni live e quelle in CG, questo, visto il resto del film e il livello delle animazioni, è imho più una citazione smaliziata degli effetti speciali retrò che un errore di set virtuale.
King Kong che smascella i Trex è bellissimo da vedersi, quasi quanto la Watts.
Ma se qualcuno pensa che il film sia solo gigantismo e botte, mostri e inseguimenti si sbaglia di grosso; Quelli fanno da background ad una storia d'amore dolce ma impossibile: che grazie alla lunga preparazione, alle mille difficoltà superate, agli impedimenti amorosi insormontabili riesce a diventare un melodramma, e per far reggere un melodramma con una storia d'amore fra uno scimmione preistorico e una graziosa fanciulla tre ore non mi sembrano poi troppe; se cercate solo deliri e devastazioni ne rimarrete delusi e annoiati: come molta molta molta gente, negli usa è un flop per esempio.
Se pensavo di esaltarmi per il gorilla furioso mi sono invece commosso come raramente mi capita per la morte del primate e per i momenti di tenerezza tra Ann e la scimmia che sono saggiamente silenziosi e sobri, con gli occhi tristi dell'ultimo re gorillone che trasmettono nel migliore dei modi sincero affetto e affaticata, rassegnata disillusione.
Di King Kong si dovrebbe fare una statua a grandezza naturale e collcarla in cima all'empire state bulding.
Certo non è una visione leggera, almeno se paragonata al blockbuster medio, dopo la fine del film si è stanchi, questo è innegabile, ma se pensiamo a le ambizioni smodate del film (fare un discorso sul cinema, farne uno politico, cercare di fare l'action più ipertrofico che sia mai stato proiettato [che è FFVII, mi dispiace per Jackson] e l'avventura più avventura anche di Indiana, il tutto spalmato su tre ore di melodramma classicheggiante) non possiamo che applaudire Jackson per il coraggio e la determinazione, ringraziarlo per voler continuare a girare in tondo alle sue location fatte al computer (aiuta a sdoganare nel cinema il linguaggio di un'altro e più redditizzio medium) e non bisogna scordarsi poi di celebrarlo e celebrarlo per il finale.
Mi sarebbe piaciuto vedere di più lo scimmione che si dondola, che muove le braccia, che salta rubicondo da una parte all'altra: i movimenti erano davvero fluidi e realistici, peccato che se ne siano visti relativamente pochi.