Già in un post di qualche tempo fa, ma non mi ricordo quale (comunque sia indietro per il blog) avevo anticipato questa possibile lettura; ma dopo l'ennesima visione e un intervista a Oshii presente sul DVD mi sono convinto che GITS parli (ad un secondo livello) delle immagini e del cinema.
Visto che il discorso mente-corpo/reale-virtuale è affrontato esplicitamente e oltre il limite della pedanteria ad un primo livello del testo mi sembra inutile starne qui a parlarne.
Purtroppo la scarsa diffusione dei lavori Live di Oshii ci fanno scordare che oltre a essere un animatore tra i più illustri il regista giapponese è anche un lucido teorico che ha messo la natura dell'immagine al centro della propria riflessione.
Di GITS si legge un sacco bene da molte parti, ma aldilà di tutti i giusti elogi che sono stati rivolti al film mai mi è capitato di leggere (forse per ignoranza e pigrizia da parte mia) in merito all'utilizzo del digitale nel film (e qui intendiamo per digitale la realizzazione di immagini dove parti realizzate in CG vengono utilizzate assieme della macchina da presa...quindi anche l'animazione tradizionale).
Non solo i cervelli cibernetici e le varie mappe (tutto quello colorato di verde-terminale per intenderci) ma anche tutti i movimenti in profondità di campo e gli effetti più fotorealistici sono realizzati mediante l'utilizzo del digitale: vedendo il film si stenta a credere che strade, palazzi, insegne (un discorso a parte andrebbe riservato per la città in GITS) e dettagli di personaggi siano stati realizzati al computer, tanta è la simbiosi fra i due tipi di immagini, ma è proprio così, metà di quello che vediamo in GITS è in CG.
A Oshii non spetta certo il primato dell'utilizzo del digitale, ma imho quello di aver percepito la portata della rivoluzione allora in atto: quando gli altri semplicemente utilizzavano il digitale (con risultati più o meno efficaci) Oshii stava già dicendo che il cinema era stato appena reinventato, che la sua componente fotografica (motoko, ancora principalmente fisica) e quella sintetica (master of puppets, etereo, ma obbligato ad entrare in un corpo per agire) si stavano fondendo per dare vita a qualcosa di nuovo e contemporaneo, capace di riportare su schermo/monitor anche quelle immagini che l'animazione e il cinema tradizionali non sono in grado di realizzare in modo realistico.
GITS ci racconta la nascita del nuovo modo di creare immagini.
Per me GITS è il Citizen Kane dei giorni nostri; sarà azzardato, ma se il quarto potere era la stampa, oggi è l'Information Technology. E in GITS (come in quarto potere) si parla anche dello scontro fra i poteri tradizionali e quelli derivati dal controllo dell'informazione e se Welles faceva una rivoluzione della messa in scena utilizzando tecniche già note ma in modo ponderato e funzionale, lo stesso ha fatto Oshii.
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