Ero andato al cinema con delle aspettative, perchè il potenziale murda era molto alto in questo film: fine anni 70, criminali, caratteristi e un po' di intrami politici. Avevo anche molta paura, che risultasse un prodotto provinciale e pretenzioso.
Il film invece, malgrado tutti i difetti che gli si possono imputare risulta essere (tenendo d'occhio anche la durata più che ragguardevole) piacevole e interessante.
Il primo piombo lo sparerei sull'eccessiva verbosità imposta da una trama che condensa e complica oltre il necessario le vicende e le relazioni fra i vari personaggi: siamo sullo sfondo di misteri e relazioni fra i criminali e "loschi figuri" rappresentanti dello Stato, dei loro rapporti non ne veniamo a sapere molto, giustamente questi rapporti non vengono approfonditi nel film (si sarebbe appesantito ulteriormente), ma sui quali si riversa la nostra attenzione, sminuendo la pur discreta sceneggiatura.
Poi passerei alle pretese di Placido di costruire immagini poetiche (vedasi..se ci si riesce...la conclusione) senza che sappia usare la mdp con personalità e fare uno scontro verbale che non sia un piatto urlarsi faccia a faccia, anche la recitazione degli attori (quelli belli) non riesce ad essere convincente quando c'è da incazzarsi.
Non chiedo che Placido mi faccia svolazzare colombi, mexican stand off o bullet time, ma che ci si discosti un tantino dal modello [campo: un tipo spara controcampo: l'altro tipo è morto]. Inoltre ci è parso che sul lungometraggio del film ci fosse molto più spazio per azioni di stampo criminale, sopratutto durante l'ascesa (il lento declino invece l'ho apprezzato), ma dopo la partenza brillante, serrata e delinquente le armi vengono messe da parte per essere riprese poi in un finale antieroico, quasi sottotono (se ci scordiamo delle ultime immagini) dove si uccide a sangue freddo e istantaneamente, qui il film fa centro.
La fotografia, seppur di discreta qualità (c'ha ancora una patina di Italianità che proprio non reggo) è troppo scura e espressionistica per potermi piacere, oltretutto visti gli aspri contrasti che si mettono in scena su più livelli l'ho trovata ridondante.
Ma malgrado tutto questo (e mi sono fermato perchè mi stanno continuando a venire in mente cattiverie da scrivere) il film mi è piaciuto, non troppo, ma nemmeno poco. Sarà che ci ho visto una possibilità per il cinema italiano di ritrovare una dimensione popolare (il cinema pieno mi ha esaltato) senza cadere nelle idozie paratelevisive o in fuffa rosaceleste, forse c'è ancora troppa "pesantezza" nel modo di avvicinarsi alla materia, sia dal punto di vista tecnico che per quanto concerne l'ambito narrativo/nazionale, ma in fin dei conti anche questa pesantezza aiuta a schiacciare i personaggi, non mi è piaciuta ma funziona...ecco, questo mi pare un film che funziona alla grande malgrado tutto, ed è già una gran bella riuscita.
Gli attori e i caratteristi (quelli non belli) sono poi di grande impatto, riescono benissimo a reggere la parte e mettono sullo schermo delle facce da italiani, da gente di cui non ti puoi fidare, visi da infami (Roberto "er Patata" Brunetti e Antonello Fassari a mio modesto avviso qui splendidi, entrambi).
Dai anche i "belli" non sono male...e per la prima volta ho apprezzato la faccia di Accorsi, sarà che invecchiando sta acquistando caratteri facciali più accentuati, l'espressione no, rimane quella.