Il Golden Boy del Judo si è ritirato, ora si dedica all'alcolismo e tiene un locale notturno sommerso di debiti. Stringerà amicizia con una ragazza che viene da lui per cercare lavoro e con un giovane Judoka che lo vuole sfidare.
Richiami Kurosawani piuttosto espliciti (stendiamo un velo pietoso sulla mia conoscenza del maestro) per questo To che nonostante tutto il bene che ne dicono amici cineblog, e tutta la fotta che mi ha trasmesso PTU, non è riuscito ad entusiasmarmi; il dramma rappresentato è esplicitamente Toiano (o forse più generalmente HKese), con la decadenza dei miti e del codice d'onore e la ribellione romantica dei protagonisti, la fotografia è forse la più eccessiva (smargiassa) che gli ho visto girare, ma non riesce ad arrivare alle vette liriche di AHND o alla freddezza di PTU. Ho visto anche (con dispiacere e una punta di insofferenza) un ricorso alla metafora (il palloncino incastrato fra i rami degli alberi e la scia di banconote durante la fuga) che appesantisce il film di accessori ideologici senza che questi si fondino nella struttura del film.
Anche a livello di sceneggiatura mi sembra rattoppata in più punti (ma questo interessa poco a me e mi sembra molto meno a To).
Certo che quando i gangster si schienano (in ralenti) a mosse di Judo dentro e fuori il locale non si può fare altro che rimanere a bocca aperta; non si può che empatizzare con il forte spirito comunitario del film: non conta tanto avere potere o soldi, è l'appartenenza al mondo del judo, e il rispetto che si guadagna sul tatami, a garantire una fratellanza (e dei doveri) anche con chi dovrebbe essere un nemico, questo come scudo ad una società dove o si arriva al successo o si fa la puttana, dove il cash è l'unico amico e dove il rivale va buttato a terra (ecco perchè proprio il Judo?).
Gangsterismo Romantico VS Capitalismo Selvaggio.
Stavo per piangere (quasi mai mi succede e non capisco proprio perchè mi è capitato in quel punto) quando il tipo accarezza il Tatami e gli torna la voglia di combattere prima della fine.
Un superlativo utilizzo (in tutti i modi) della musica.