Si riprende la storia tre anni dopo che si era lasciata in red spectacles (e anche le tematiche), andando a completare il plot dell'altro film e venendo a porre nuovi interrogativi.
Un giovane superpoliziotto con precedenti di insubordinazione viene mandato alla ricerca del protagonista del primo film. Una volta trovato, dopo che ci è andato ad abitare insieme, quando deve svolgere il proprio compito, fallisce, uccide il suo obbiettivo e ne prende la forma. Poi si mette l'armatura da Jin Roh e fa un macello.
Questa volta si rinuncia al taglio espressionista(della fotografia ma anche della direzione), manca anche (quasi sempre) il senso di oppressione che solitamente si respira, e la mano di Oshii la si vede (oltre che nei Jinroh e nelle varie e più o meno celate allegorie) nel ripetuto utilizzo di soggettive (ipotetiche) tese a rendere l'alienazione data dalla società dei consumi e dal riflusso dei movimenti.
Ma non pensiate di trovare la metropoli, nè reti informatiche o cyborg filosofi; Tanta campagna, strade di paese, mare, campi lungi e mdp ferma.
La ricerca (impossibile per chi ha combattuto) di una "casa" di una famiglia...ma poi bisogna fare i conti con il Potere....e se hai una corazza da Jin Roh ti puoi anche permettere di trivellare i tuoi nemici negli ultimi venti minuti del film, che del resto [dove Oshii dirige da Oshii e non cerca di fare Antonioni] sono la parte migliore della pellicola. Il resto è veramente ma veramente noioso.
Ritornano anche degli skatch (si scriverà cosi?) comici che in questo contesto lasciano veramente basiti.
Bisogna elogiare ancora una volta il lavoro di kenji kawai che (qui come nell'altro film), va più volte a parare il culo a Oshii, con musiche che pochissimo hanno a che vedere con i cori di cyborg, ma vanno a pescare qua e là fra i vari generi.