Guardando questo film, l'unico diretto da Gordon Liu stesso, sembra di trovarsi di fronte ad una personalità schizofrenica, quando non si combatte il film è di un piatto indescrivibile, di un'ingenuità (per la regia, i dialogi e narrazione) raccapricciante, di comparse con le facce più scarse. Ma quando si inizia a combattere, non si ricorda che le situazioni e i personaggi (e intere sequenze) sono già riviste (36 stanze), anzi, diciamo pure che si sfrutta la popolarità di quel film in modo disonesto e posticcio, senza preoccuparsene minimamente. I combattimenti (o dovrei dire le orgie di kung fu visto il numero di partecipanti), che non sono poi moltissimi, si concentrano nel finale, e la macchina da presa non perde un colpo, nel mezzo alla mischia, stupisce per la capacità di ricostruzione spaziale (Seguiamo contemporaneamente più scontri nella stessa mischia), si riesce, cosa non da poco vedendo il cinema d'azione contemporaneo, a rendere la naturalezza dei combattimenti, delle performance corporali e l'efficacia coreografica attraverso un montaggio frenetico e frammentato, e si trova anche lo spazio/tempo per dare grande risalto a i vari tricks (ovviamente in piano ravvicinato) di mani e piedi.
Che con Gordon Liu non si scherza lo sappiamo tutti....mi ha stupito invece questa Cheng Lee, che riesce a combattere in modo serio e convincente con uno stile aggraziato e femminile.
Pare che di questo film rimanga solo una versione video, dalla qualità ingobile, tradotto a caso e con un croppinge da fare invidia a Godard.