Nella prima parte del film Anno sembra scrivere un manifesto della sua poetica, nella seconda si mette in scena un melodramma svarionato (applicando la sua poetica).
Quello che non mi convince di questo lavoro, ma anche di Love & Pop, è l'assoluta seriosità del suo autore, che sebbene faccia dell'eccentrismo eclettico la sua firma(a un certo punto si mette a fare la presentazione di una carrozza di metrò), rinuncia completamente (qui) a qualsiasi forma di ironia, e si abbandona ai propri problemi mentali....prendendosi irrimediabilmente sul serio.
Film zavorrato da ininterrotti simbolismi, dall'enunciazione (vocale) a più riprese della propria poetica, dall' overmetraggio, dalla riflessività esasperata, dall'uso ridondante della colonna sonora, per arrivare alla storia, la quale, se da una parte aspira alla mimesi col mondo, dall'altra viene risucchiata nel patetismo.
Ma per fortuna c'è l'occhio di Anno, e perlomeno le cose si fanno interessanti sul nostro monitor.
Me l'aveva fatto notare Gokachu, e in questo film è palese; c'è una cura maniacale nel preparare la scena, nell'utilizzo della fotografia (alta qualità, mi ha sorpreso), nella scelta dei movimenti di macchina e degli angoli di ripresa, del tipo di immagini (supporti e effetti).... e tutto questo per fare una pista polistil, divertente e con tante curve, ma un giochino che non regge due ore di intrattenimento.
E capisco anche (visto che me lo dice con voce over) che la vita sia spietata e alienante e che si cerchi una fuga mischiando fiction e realtà...ma perchè deve essere pesante e noiosa pure la realtà che ci immaginiamo?
E se non fosse per l'approccio austero del regista, direi quasi che la sequenza finale sia una messa in discussione proprio dei limiti di questo modo di girare, con il protagonista/autore che sta a guardare immobile...e presumibilmente indifferente....una scena di grado melò....ma poi ha fatto Cutie Honey, dove le paranoie personali sembrano venire accantonate grazie al fatto di non aver scritto il soggetto....Dovrebbe girare roba di altra gente, uno stile così è sprecato per le sue pippe.