Tornato al mio paese per le vacanze natalizie, ho accompagnato un mio amico ad Empoli per comprare il regalo alla di lui ragazza. Siamo entrati in un minimarket indiano, perchè il mio amico aveva adocchiato un bracciale che faceva al caso suo, io invece ho rivolto le mie attenzioni alla dvdteca alle spalle dell'esercente...
Sono sempre stato attirato dalla cinematografia Indiana, ma, causa la difficoltà dell'accesso, non mi ero mai posto di fronte ad un film made in Bollywood.
Ho quindi colto l'occasione al volo e mi sono fatto consigliare un must see delle loro parti... Il simpatico negoziante a tentato di indirizzarmi verso prodotti uscti recentemente, ma il mio occhio era già caduto su una scatola raffigurante tre locandine che trasudavano di classico. Chiedendo informazioni su quel dvd, tutti gli avventori del negozio hanno cominciato a cantarmi le lodi dei film contenuti nel dvd, girati alla fine dei 70 e ancora attualissimi...sembrava che tutti quelli nel negozio avessero visto e apprezzato quei film, oltretutto 3 film di tre ore su un dvd...otto euri, la mia scelta era è stata scontata...
Shaan narra la vendetta di due simpatici truffatori, i quali uccideranno il badguy di turno che aveva fatto fuori il fratello (poliziotto) di uno dei due.
Il tutto è all'insegna del più Grande intrattenimento, si passa con grande disinvoltura dalla commedia al melò, dal musical alle scazzotate alla bud spencer.
Le sequenze (rigidamente divise in genere) sono autarchiche, quello che viene prima e quello che seguirà è accettabile per convenzione.
La narrazione cinematografica è un vista come mondo a se stante, non importa convalidare logicamente lo svolgimento dei fatti, il semplice susseguirsi delle varie azioni nel tempo della pellicola rende credibile il nesso fra A e B, sutura che (quando c'è) è attaccata con lo sputo.
Ma superando queste soglie della visione occidentalizzata, emerge una grande opera, dalle molte sfaccettature e che (proprio per la sua autarchia) non sembra risentire del passaggio del tempo (molto più datati i film di sci-fi americani del periodo) e è ancora in grado di offrire un onesto intrattenimento e una salutare evasione.
Onesto perchè non c'è la minima istanza pedagogica o ideologica, o almeno non ne ho vista, sebbene temi importanti come la corruzione, la questione femminile, le differenze religiose/razziali siano presenti nel testo.
Di grande evasione perchè mi sono lasciato andare (a più riprese) ad un grande spettacolo, che alterna una gran quantità di eventi e situazioni disparate, colori sgargianti, attori e attrici bellissime (le attrici ricordano le dive formose dei primi anni del cinema...ma oggi non è più cosi), balli e coreografie dal grande respiro (senza cadere ...quasi mai....nel Kitsch), che faranno sicuramente dimenticare per un po' i problemi medi dello spettatore medio indiano...che ha sicuramente più problemi di me...
Lo stile di recitazione (per noi occidentali al limite dello straniante) può far storcere il naso, ma dopo la prima mezz'ora non ci si pensa più, e ci si lascia trasportare dalle immagini.
I protagonisti sono invece dei veri e propri divi, semplicemente indimenticabile Amitabh Bachchan, che mi sarebbe piaciuto averlo visto recitare anche in occidente...
La regia se non si può certo definire elegante, e qualche volta sembra un po' frettolosa, è sicuramente di grande efficacia, servendosi principalemente del piano sequenza e delle zoomate alla kong fu movie.
Realismo?....penso che la sequenza più realista del film sia quando uno storpio su un carretto con le ruote sfreccia per il traffico di Bombay cantando e ballando.
Il cattivo poi è cattivissimo, non mi stupirei se anche in austin power si siano ispirati a questo personaggio per il loro film (si vede male, è nella locandina in basso...non ho trovato immagini migliori..sigh).